KAIROS "Celosia"
(2023 )
Un sound tipico del Sud Italia si incontra con il jazz, e nasce così “Celosia”, esordio dei Kairos, ensemble formatosi in Irpinia, che vede protagonisti la fisarmonica di Vincenzo Natale e il sax contralto (ma anche tenore e soprano) di Gerardo Pizza. Una Pizza a Natale, la serata perfetta!
Accanto alla felice accoppiata di cognomi, abbiamo Edoardo Ferri alla chitarra acustica ed elettrica, molto presente negli arrangiamenti, Lorenzo Gagna al basso, Stefano Riccio alle percussioni, David Boato alla tromba e al flicorno, e Marcello Allulli al sax tenore.
In “Celosia” il leit motiv è quello di una melodicità malinconica, contornato però da notevoli variazioni ritmiche e di tempo, come in “Mandragola”, che inizia in 6/8 per poi trasformarsi in un tango in 4/4, o il tempo dispari di “Conception”, sottolineato dal basso nel suo incedere in 7/8+5/8. Il brano poi si trasforma in una situazione popolaresca, con fisa e sax sopra schiocchi di dita e battiti di mani, accelerando la musica fino al finale.
Momenti esplosivi si alternano a fasi delicate, come nel brano “Amore e psiche”, ispirato alla omonima statua di Canova. “Marvin” è curiosa, perché è un samba, però poi gli obbligati ritmici sono sui generis, nel senso che non sono quei passaggi che ti aspetteresti in un samba. Si sente che si stanno divertendo, tanto che nel fade out (sfumato), quando la musica sta per finire, si sente Natale che con la fisarmonica cita il “Volo del Calabrone” di Rimsky-Korsakov.
Nella titletrack si sente che c'è ricerca armonica, tanto da ottenere sequenze non usuali. Il tema “Vibes from Irpinia” è talmente amicone e familiare, che sembra adatto come colonna sonora di una commedia con Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro e Fabio De Luigi! Poi la tromba esegue un assolo fulminante, e il sax dialoga con le percussioni, e ti dimentichi di qualsiasi rimando cinematografico.
Tornano i tempi dispari, all'inizio de “Saudade”, che a dispetto del titolo sembra essere il brano più allegro dell'album. Un giro di basso incalzante ci prepara ad ascoltare un vorticoso tema di note di fisarmonica e sax in sedicesimi, velocissime, e poi il ritmo si trasforma in uno shuffle. Mentre nella conclusiva “Annaré”, il sassofono da solo racconta una storia per i primi due minuti, con espressività, per poi venire gradualmente raggiunto dagli altri. Il brano (e quindi l'album) finisce a trugghiü, cioè di colpo, senza preavviso, e di conseguenza anche l'album.
“Celosia” è un esempio di vitalità del jazz, che non si siede sui soliti cliché. (Gilberto Ongaro)