DAVID MADNIGHT & LUCA SPADACCINI  "War machine"
   (2023 )

“Odio gli eserciti, detesto la guerra, amo combattere perché la vita è una battaglia implacabile, invincibile”. Possono sembrare parole contraddittorie, dette da una persona qualsiasi. Non da un pugile. È vero che la vita è una lotta continua (e non venga l'altra fazione a spaccarmi casa), per cui non è necessario inventarsi un casus belli per sguinzagliare militari in terre sconosciute, se si vuole provare il senso della battaglia. Basta semplicemente vivere, soprattutto in determinate circostanze.

David Madnight è un rapper alternativo abruzzese, che ha esperienza anche nella scena metal, tramite il gruppo Arkan Asylum da lui fondato. “War machine”, più che un album vero e proprio, è un EP di 4 tracce, dove la principale però è presentata per ben sei volte, in sei salse leggermente diverse. “War machine”, canzone che dà il titolo all'album, vede la partecipazione del corregionale Luca Spadaccini, campione nei pesi mediomassimi, che presta la sua voce, dicendo il pensiero riportato quassù all'inizio.

La canzone, dicevamo, la ascoltiamo sei volte: nella classica veste hip hop, dove però la chitarra elettrica già fa intuire dove si finirà. Poi abbiamo la versione in inglese, dove ospite c'è Morna, la rapper che si è fatta notare per come interpreta Eminem – una vera rap goddess! Ma qui si trattiene, scrive senza sfociare in extrabeat, e poi canta il ritornello. Nella versione “Radio Edit” la chitarra si fa più spinta, il palm muting è più alto nel mix, ma cambiano anche gli accordi. Poi c'è di nuovo questa versione radiofonica, in versione strumentale, per poi passare a una versione più elettronica. Infine esce fuori la vena rock di Madnight, ed ecco un arrangiamento metalcore.

“War machine” è una canzone motivazionale, da ricercare quando senti bisogno di assorbire convinzione: “Combattere, lo puoi fare solo se hai carattere, è un assedio permanente come Roma con Cartagine (…) ti devastano il setto nasale, la corteccia cerebrale va a farsi fottere (…) non essere scorretto, devi essere d'esempio (...) usa le mani solamente per difenderti”.

L'altro brano è “Fight clubbing”, variazione sul tema, che ricorda che “Là fuori c'è una gabbia di matti, quindi combatti”. Circondano i due brani un'introduzione per chitarra e drum beat, e soprattutto un outro, dove Spadaccini si congeda pensando all'ultima destinazione di tutti noi, sfidando pure quella. Vi lascio con la suspense proprio su questa chiusura: “Con la morte ho fatto un patto, lei non mi cerca e io non scappo (…) So chi vincerà, ma lei sa che le darò battaglia”. (Gilberto Ongaro)