SCARLED "金継ぎ (Kintsugi)"
(2023 )
Richiede ben più di un ascolto distratto e/o superficiale per insinuarsi sottopelle “金継ぎ (Kintsugi)”, debutto per Moving Records del trio trevigiano Scarled. Otto tracce – e i primi tre singoli come bonus-track – morbide ed armoniose che si muovono docili sulla falsariga di un garbato easy listening old school, ma non prive di suggestive escursioni in territori estranei alla comfort zone di elezione.
Melodie ampie ben sorrette da una scrittura accattivante affiancano ganci, ritornelli, arrangiamenti e suoni pregevoli; in un contesto di apparente semplicità, i brani – concisi, efficaci – si muovono sinuosi lungo direttrici mai impervie, prediligendo un mood carezzevole ed un’interpretazione pacata, raffinata, perfino intima a tratti.
Sia che flirti con sonorità anni ottanta - l’up-tempo di “Burn it”, il chorus imperioso di “Mind flight”- sia che si conceda sprazzi di ragionata aggressività - l’apertura graffiante di “Morningstar” -, l’album conserva intatta un’eleganza racchiusa in canzoni sì essenziali ed aggraziate, eppure sfaccettate, rifinite con gusto, non prive di un suadente appeal.
A proprio agio negli episodi più riflessivi e confidenziali (“Heal”) così come nei momenti che maggiormente si discostano dal canone (“New Dawn”), il trio si esalta nella conclusiva “Shine”, tre minuti che scorrono languidi sul filo sottilissimo di un’avvolgente aria psych-retrò à la Convertible, vertice di un lavoro capace di lievitare gradualmente, tra reminiscenze di un passato non così lontano e molte idee meritevoli di sviluppo. (Manuel Maverna)