FRANCO D'ANDREA  "Sketches from the 20th century"
   (2023 )

Oh, questo è proprio intrigante.

Il grande pianista jazz e compositore Franco D'Andrea torna con un album a tema Novecento, intendendo quello musicale. Due sono le rivoluzioni che hanno influenzato i destini del ventesimo secolo: il jazz e la musica atonale/dodecafonica. E D'Andrea fonde entrambe le scuole, realizzando composizioni davvero intriganti.

Intrigante è proprio la parola che mi rimbomba in testa, ascoltando i brani di “Sketches from the 20th Century”; perché la ricerca del compositore, ispiratosi a Schönberg, Webern, Berg, insomma i pionieri di quelle che poi saranno le avanguardie, si è basata sui loro schemi innovativi, che hanno superato il sistema tonale, basandosi di volta in volta su intervalli prima poco approfonditi. Alcuni dei titoli dei brani fanno riferimento esplicito agli ingredienti musicali utilizzati: “Augmented Area”, “Triadic Fragments”, “Diminished Area 1 Expl”, o addirittura “C Lydian”!

Gli intervalli vanno a formare dei temi, o meglio degli incisi, sui quali poi si dà spazio all'improvvisazione jazz. Quindi, partendo già da un riferimento caotico, si passa ad assoli inafferrabili. Eppure, anche l'esperimento più ardito e “difficile”, fluisce con leggerezza all'ascolto. Sarà l'estro creativo di D'Andrea, o gli arrangiamenti orchestrali di Eduardo Rojo, che regalano una moltitudine di colori, ma lo stimolo allo stupore è costante, senza il peso di qualcosa di “scolastico”.

È come paragonare il gioco dell'oca con gli scacchi: gli scacchi sono ben più tosti, ma è pur sempre un gioco! E la dimensione divertimento si percepisce dall'inizio alla fine, grazie al contributo del Parco della Musica Contemporanea Ensemble (violini, viola, violoncello, flauto, trombone basso, clarinetto basso e percussioni tra cui vibrafono e xilofono), e dei Jazz Solists: sax alto, tenore, clarinetto, due trombe, un trombone tenore, contrabbasso e batteria. Con un organico del genere, possiamo avere stacchi di brass da big band, passaggi di staffetta tra strumenti, unione di colori affini e/o contrastanti, tutto quello che chi compone possa desiderare: una vasta gamma timbrica!

Davvero entusiasmante, perché riesce ad avvicinare gli ascoltatori più colti, che godranno delle suggestioni sia accademiche che jazz, che i semplici curiosi, vogliosi di andare oltre al... gioco dell'oca, e cimentarsi negli scacchi! (Gilberto Ongaro)