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EUGENIA POST MERIDIEM  "Like I need a tension"
   (2023 )

“Like I need a tension” è il secondo album degli Eugenia Post Meridiem. La band dichiara di voler fare “musica pop che non risulti banale”. Ed in effetti, il sound è quello di una pop band, con le chitarre gentili e le sue distorsioni elaborate in modo da non essere aggressive ma creative (come quelle, a suo tempo, dei Blur), e le progressioni armoniche, sebbene semplici, cercano di evitare spesso l'accordo fondamentale, in modo da creare una costante sospensione, come se non si arrivasse mai a un punto fermo.

Forse questa scelta compositiva rispecchia anche i testi, come chiarito dall'autrice e cantante, Eugenia Fera, a proposito di “Willpower”, che è il singolo con videoclip. Anche il senso del titolo dell'album, richiama la ricerca di una tensione che non si scioglie. La sensazione è diffusa anche negli altri brani, come in “Tiny perspectives” ad esempio. Altra particolarità è la voglia di Fera di giocare con vocoder, ed effetti quali phaser, tremolo, flanger, applicati alla voce, non sempre, ma spesso. Anche il chitarrista Giovanni Marini gioca col sound del suo strumento; il basso di Matteo Traverso in più momenti si fa notare, non limitandosi a suonare le fondamentali (impropriamente dette “toniche”), ma tessendo ogni tanto dei piccoli walking. Infine, anche il batterista Matteo Gherardi Vignolo sperimenta ritmi non sempre dritti.

I tre musicisti attorno a Fera sono anche tastieristi: Traverso suona i sintetizzatori modulari, Marini la Farfisa, Gherardi Vignolo tastiere. E si sente che arrivano qua e là suoni avvolgenti, in dialogo col resto degli arrangiamenti. Il risultato è questo pop atmosferico di buona fattura, ma forse dal punto di vista compositivo, qualche punto di svolta si potrebbe inserire. Non per forza un ritornello prevedibile, per carità, rovinerebbe il bel clima sofisticato; ma la tensione dopo un po' si smorza, se non motivata da un qualche evento. Un crescendo, o anche un decrescendo senza preavviso, magari al centro di una canzone che sembra scoppiare, potrebbe portare maggior sorpresa.

Ci arriva vicino, a quest'idea, “Crucial spring”, dove i rumori sintetici di fondo arrivano minacciosi, dando l'idea che stia per esplodere qualcosa a metà canzone; e invece là si bloccano tutti, e la voce riprende su arpeggi di chitarra tranquilli (“And slowly return...”). Questa è una direzione interessante, da approfondire nei prossimi lavori: giocare con le aspettative dell'ascoltatore. Crearle, e poi eluderle. Gli Eugenia Post Meridiem sembrerebbero adatti a questo tipo di scherzi musicali. (Gilberto Ongaro)