recensioni dischi
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JIMMY & SCOTS FOLK BAND  "Seven irish nights"
   (2023 )

La Jimmy & Scots Folk Band ci catapulta nella tradizione irlandese, attualizzando brani celtici. Alcuni sono arcinoti, altri meno, altri li conosciamo senza sapere i titoli, ed è un bel rimettere le cose in ordine.

“Seven irish nights” raccoglie canti alcolici come “All for me grog” e “Seven drunken nights” e li affianca a canzoni di guerra, come “Johnny I hardly knew ya”. Se questo titolo non vi dice niente, appena la farete partire la riconoscerete. La sua melodia viene spesso utilizzata in contesti bellici, come nel film di Kubrick “Il Dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, del 2023... ops 1963.

C'è tutto quello che potete aspettarvi dal contesto musicale irish: tin whistle, il violoncello che si incarica delle linee di “fiddle”, armonica, e la batteria che a volte marcia sul rullante, a volte parte in rapide corse. Poi ci sono anche pezzi restituiti con ritmi con più groove moderno, come “Blackwater Side”, con assolo di chitarra elettrica. La chitarra acustica è più volte affiancata da banjo e bouzouki. Non è tutto festa sfrenata: ci sono brani più tenui, anche se non nel titolo, come “I'm a man you don't meet everyday”. Ma l'attenzione è catturata soprattutto dai brani che repentinamente accelerano, come “The rattlin' bog”!

Chiude l'album un prezioso medley di grandi classici: “Wellerman”, “Drunken sailor” e l'immancabile piratesca “Dead man's chest”. I cori vocali sono ben amalgamati, forse la produzione delle chitarre risulta un po' spenta, in questa versione in studio; ma “Seven irish nights” è un invito a vedere la Jimmy & Scots Folk Band dal vivo, dove di sicuro ci si diverte alla grande! (Gilberto Ongaro)