recensioni dischi
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GAR  "A world full of colors"
   (2023 )

GAR è il progetto del chitarrista e compositore Giuseppe Andrea Russo, in compagnia del sassofonista Gabriele Fava, del pianista Filippo Galbiati, del contrabbassista Giancarlo Petris e del batterista Antonio Marmora.

L’opera prima di questa formazione si intitola “A World Full of Colors” e ambisce a essere la sintesi musicale di due anni difficili, fra la scoperta delle proprie debolezze e le rinnovate speranze, fra cadute e l’urgenza di affrontare un presente comunque ostico.

La band esplora sonorità jazz piuttosto moderne, con otto brani che rappresentano umori e momenti diversi, da “Home”, il ritorno al calore domestico in un momento in cui non era ancora semplice comprendere la portata di quello che sarebbe stato, fino ad “A te, il mio animo sincero (Alternate Take)”, ovvero la riflessione su una dimensione parallela, su quello che avrebbe potuto essere.

C’è, inevitabilmente, anche un “A te, il mio animo sincero” più a contatto con la nostra realtà, che con il suo incedere elegante e arzigogolato vuole provare a descrivere il senso di estrema empatia con il mondo intorno. Ma ci sono anche la caduta nell’abisso nei suoni rarefatti di “Ci oscureremo in un mondo di luce” e l’ultimo sospiro individuale in “Breathe Out”, prima di una lenta e lieve rinascita: la nuova coscienza maturata in “A World Full of Colors”, il brano che dà il nome al disco e che lo incarna perfettamente: un jazz delicato, in cui gli strumenti dialogano e disegnano intrecci raffinati, senza che nessuno domini mai davvero la scena.

Quello di GAR è un debutto convincente sul piano del concetto come su quello tecnico. (Piergiuseppe Lippolis)