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HUMUS  "Non è giusto"
   (2023 )

E' proprio vero. "Ognuno si merita quello che ha / dipende solo che uso ne fa". Detto, fatto.

Parliamo della esperienza degli Humus, band trentina ("niente a che vedere con l’omonima band psichedelica messicana" suggerisce il direttore di Music Map dall'alto della sua enciclopedica conoscenza) che da 10 anni a questa parte mette in scena un ottimo cocktail di rock, noise, punk, grunge e affini.

Insomma, se è lunedì e piove e pesti solo merde di cane e altre entità, il reddito di cittadinanza è scaduto, il latte e lo yogurt nel frigo anche, e il caffè in dispensa è finito sia in forma di cialda che di chicco da strizzare, ecco pronta per te la musica giusta. Anzi, l'humus adrenalinico e sulfureo quanto basta senza strafare e senza retorica, dove coltivare il proprio malessere per esorcizzarlo lontano dalla melassa musicale che ci propinano.

Raccogliere la lezione e andare avanti: è un po' il loro motto. "La miglior difesa è l'ostilità" è l'esorcismo degli Humus, per convertire in terra buona un mondo che, come l'attuale, non dà alcuna garanzia. E ci riescono bene, a farci lottare ogni giorno, farci dimenticare i non più pervenuti Afterhours e i prodotti accomodanti e mediatici come i sopravvalutatissimi Maneskin.

Danno filo da torcere all'ascolto anche ai redivivi Metallica di "72 SEASONS" questi Humus, progetto nato a Trento nel 2012 composto da Marco Palombi (voce, chitarra), Lorenzo Faes, Stefano Negri e Fabrizio Leffieri.

"Tu sei febbre / io la tua overdose". Non fermatevi a un primo ascolto perché il disco è costruito, e a suo modo melodicamente raffinato e prodotto, con adeguata professionalità. Continuo a preferire i Bachi da Pietra di "Fascite necroide" e gli Afterhours irripetibili di "Quello che non c'è", ma questa di "Non è giusto" è una bella lezione e iniezione di adrenalina, indubbiamente. E chi lo contesta dovrà vedersela con i miei dobermann.

Voto 7 e mezzo meritatissimo. Una nota di merito a parte per i testi, non scontati anche se servirebbe una marcia in più. "Vuoi l'autunno ma sei rondine", per dire. Bello, ma forse dovrebbero osare ancora di più con le parole. Ottimi ad esempio i testi di "Disastro", non a caso canzone scelta come singolo. Chissà perché ma mi sogno per gli Humus un duetto con la Nina Hagen di "Smack jack", chissà cosa ne verrebbe fuori.

Non ci provate nemmeno a cantarle in inglese, ragazzi, queste canzoni. Tenete duro e forse sfonderete. Beato chi può sentirli dal vivo, questi qui sprigionano energia da vendere. Viva la buona musica che scuote dentro. (Lorenzo Morandotti)