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GLI INSETTI NELL'AMBRA  "2072"
   (2023 )

Prendi un brillante musicista come Lapo Boschi (ex Le Cose Furiose, I Professionisti), pendolare errante tra Italia, Zurigo e, soprattutto, Parigi, che culla un paio di progetti in testa per dar vita a una nuova band e rinforzare le potenzialità della label di sua creatura (Skank Bloc records), ed ecco che prende forma il collettivo Gli Insetti nell’Ambra: inizialmente in duo con Christophe “Bronkos” Bettoli (già con Les Taches, Bonus Tracks e Leather Beans) e poi espanso in Trio, con l’ingresso della talentuosa drummer giapponese Hijiri Shimamoto, tutti con l’ambizione di creare una formula che esuli dall’inflazionato udire, riuscendo nell’intento di forgiare un sound che guarda, tendenzialmente, al kraut-noise ma arricchito di rock, punk, psych e post-tutto.

Il parto generato si intitola “2072”: ipotetico anno nel quale prevedono di riapparire tra noi per consegnarci ulteriori messaggi illuminanti. Se gradite qualche indicazione, il tom-tom d’ascolto vi condurrà nelle lande di Television, Can, DNA e sfumature di Joy Division e P.I.L.

Basta premere “play” e già si è avvolti nelle spigolose dissonanze di “Antifiamo travolta” o “(The imbarcato in un) Trip”, ed è fin troppo palese l’anelito dei Nostri di tentare qualcosa di poco sfruttato, però quando accendono i motori del post-punk, sfilano “Garibaldi fu ferito” e “Granchi” che pungono come chele affilate e velenose, mentre il rock aritmico di “Pugni” ci assesta un gancio sghembo e stordente.

Invece, per “99:1” e “Lallazione” va ritagliato un discorsino a parte poiché, se inizialmente possano apparire episodi ordinari, nel loro sfilare esecutivo ti ritrovi a riconoscergli quella buona dose di follia creativa che li distingue dal calderone pentagrammato. In coda alla tracklist è collocata l’allarmistica e rivoluzionaria “Satori”, protesa all’invito di rottamare tutta l’orbita delle regole imposte con un narrato incisivo e comiziesco in un climax noise-punk negligente e ribelle.

Comunque, non disdegnando l’impiego di moderne tecnologie, tra le quali un modulatore ad anello per agghindare i brani, influenzati spesso dall’estro avanguardistico del producer felsineo DJ Balli, Gli Insetti nell’Ambra portano a casa un risultato brillante, dal sound variopinto, per nulla dozzinale, che guarda con fiducia a future soluzioni e mescolanze sperimentali dal grande impatto disarmante: speriamo molto, molto prima del “2072”. (Max Casali)