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RATAFIAMM  "Tourist you are the terrorist"
   (2018 )

Scrivono canzoni da un discreto numero di anni, ricavandone anche qualche lusinga, ma ho la netta sensazione che i Ratafiamm nutrano una certa insoddisfazione nell’appartenere ad una generazione di artisti, un senso di appartenenza che calza stretto. Sembra quasi che avvertano la necessità di espandersi, di allargare i polmoni per dare più respiro alle canzoni.

È quello che mi viene in mente ascoltando la loro musica, partendo paradossalmente proprio da una cover di Mario Venuti intitolata ‘Veramente’, proposta in questa loro fatica. Una scelta che ho interpretato come un modo diverso di tributare quelle musiche, con l’aggiunta di un pizzico di personale orgoglio, del tipo: “Questa l’avrei voluta scrivere io, ma in questo modo”.

Al di là dell’estetica musicale, che purtroppo cataloga fin da subito qualsiasi artista come si trattasse del numero sul telaio di un’auto, la musica dei Ratafiamm raccolta in questo album, a parer mio ha molto da condividere con la parte buona della tradizione cantautorale italiana. Probabilmente a suo tempo hanno colto questo aspetto anche quelli del premio Ciampi, costringendo pertanto i futuri potenziali ascoltatori a cogliere la musicalità delle parole in italiano scritte con raro senso poetico dalla band, al di là di eventuali provocatori titoli in inglese.

A tal proposito, personalmente colgo in ‘Tourist...’ anche qualche rimando a Franco Battiato, per quella simpatia che aveva verso le nuove sonorità, alle applicazioni anche non convenzionali di certe elettroniche e all’espressione di concetti alti usando poche parole. Penso per esempio all’assonanza tra ‘Povera Patria’ e ‘Piccola Patria’, così diverse, così... uguali!

Ci starebbero, in una immaginaria foto di gruppo, i Ratafiamm vicino, per esempio, a Paolo Benvegnù e a Giulio Casale? Ho provato ad immaginarli così vicini, rappresentanti di una generazione di musicisti presi da urgenze che solo i loro occhi, i loro cuori hanno imparato a cogliere, perché testimoni di una stagione che sarebbe ora di ricordare in maniera più adeguata, mandando affanculo momenti storici come l’attuale, decisamente avverso. (Mauro Furlan)