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ELEMENT  "2198 secondi d'odio"
   (2023 )

Sono tornati gli Element. “2198 secondi d’odio” è il titolo scelto dai vicentini per il secondo lavoro lungo dopo “We Are What We Are” del 2018, il terzo se si considera l’EP omonimo del 2015.

La band continua a sviluppare una proposta che attinge prevalentemente da schemi thrash metal, ma che unisce elementi groove, sludge e qualche traccia di nu metal. Rispetto al passato, il sound appare nel complesso più aggressivo, ma un’altra svolta è rappresentata dal cantato in italiano che spesso trasuda rabbia, sposandosi perfettamente con l’umore del sound grazie a una sapiente alternanza di growl e scream, ma anche con l’impiego di un timbro generalmente graffiato e incisivo.

L’apertura è affidata a “Cacciatore”, che mostra le prime sensazioni di novità e presenta alcuni dei temi che saranno tutto sommato ricorrenti nel disco: non solo un vago senso di sofferenza nella scrittura, ma anche architetture ritmiche e compositive indovinate, con trame spezzate e accelerazioni improvvise.

È solida anche la prova rappresentata da “Fotosintesi panorama”, un pezzo granitico che concede anche comunque qualche momento più riflessivo nella sua furia distruttrice. Ma se lo sguardo critico nei confronti della nostra società è un tratto fondamentale del disco, verso il finale gli Element regalano una bellissima parentesi dedicata alla loro terra e in particolare alla leggenda degli abitanti delle acque sorgive (“Notte delle anguane”).

Nel complesso, la sensazione forte è che gli Element siano riusciti a fare un importante passo in avanti rispetto a un debutto comunque già positivo: convince la scrittura in italiano e una svolta verso sonorità più cattive, anche grazie alle belle intuizioni avute in fase di composizione. (Piergiuseppe Lippolis)