recensioni dischi
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ALIENO DE BOOTES  "Unconventional Residents II"
   (2023 )

Il secondo episodio che vede raccolti ulteriori diciotto brani dei Residents che Alieno De Bootes ha deciso di rivedere alla sua maniera, è ancor più accattivante, un quasi invito alla scoperta del mondo improbabile del combo americano. È comunque, di fatto, una nuova esplorazione attorno a temi di brani inventati dai Residents anche se, in realtà, risulta un ritorno “attrezzato”, nel senso che per Alieno è un mondo già noto, pur consapevole che territori già esplorati riservano spesso sorprese o particolari in altre occasioni poco visibili (o ascoltabili).

Con questo secondo episodio, Alieno si “approccia” nuovamente con il pianeta The Residents, restituendo sottoforma di un immaginario diario musicale di bordo brani con forti dosi di empatia, come fosse lui stesso un oscuro e nascosto componente del collettivo. Sono molti i contributi di altrettanti amici musicisti che han voluto lasciare un segno su questo singolare progetto-tributo. A partire da Walter Robotka, produttore austriaco e fondatore della Klanggalerie, l’etichetta per la quale sono usciti molti dischi targati The Residents, che, oltre a patrocinare anche il presente tributo, si cimenta nel significativo monologo in lingua tedesca di ‘Godsong (Das Lied Gottes)’.

Poi citerei un polistrumentista veneziano, il bravo Alessandro Monti, musicista e compositore dai mille interessi e collaborazioni (quella con Alieno risale fin dal 1975). Molte sue parti cantate sono vere e proprie rielaborazioni libere dagli originali, come in ‘Perfect Love’, dove l’impressionante profondità della sua performance riporta alla mente il David Sylvian più ispirato. Quindi Ken Field, straordinario fiatista americano, già componente dei Birdsongs of the Mesozoic, band musicalmente trasversale, che interviene con un meraviglioso sax in ‘The Knife Fight’ e soprattutto in ‘Hello Skinny’. La presenza in quattro brani anche di Christophe Godin, virtuoso della sei corde noto al mondo del metal per essere tra i migliori chitarristi in circolazione, è di particolare impatto ed efficacia su ‘My Second Wife (on “Fire”)’.

Alle collaborazioni citate, peraltro già presenti nel primo volume, meritano menzione anche i “nuovi” ospiti in questo lavoro, come il sassofonista e compositore americano Dave Newhouse (mastermind di The Muffins, una delle band d’oltreoceano più importanti del movimento “Americanterbury” o “Rock In Opposition”) ed il polistrumentista inglese James Larcombe (artefice con il fratello Richard di uno straordinario duo, Stars In Battledress, dallo stile unico ed originalissimo) che qui regala un delizioso arrangiamento per hurdy gurdy in “March De La Winni”. È motivo di interesse anche la presenza della voce di Fabio KoRyu Calabrò, con cui Alieno ha condiviso una parte importante del suo percorso creativo negli ultimi trent’anni.

Anche se ho colpevolmente lasciato parecchio sottinteso il gran lavoro di Alieno alle tastiere ed alle elettroniche, gli arrangiamenti anche in re-interpretazioni come in questo album, sono frutto di anni d’esperienza come musicista, ricercatore e, perchè no, anche come archivista. Un lavoro non solo godibile e fresco nella sua sbilenca estetica obliqua, ma che induce a (ri)scoprire una band tra le più creative e misteriose dell’intero panorama musicale moderno del globo (!) terracqueo. (Mauro Furlan)