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FERNWEH  "Tríptiko"
   (2023 )

Iniziamo a parlare del loro nome: Fernweh. I tedeschi hanno un nome per tutto, è vero, e questo è intraducibile in italiano con una parola sola. Si potrebbe dire “Male della lontananza”, è il contrario della nostalgia di casa, di ciò che è vicino. Questa è la nostalgia dei luoghi lontani, come dire che ti manca viaggiare, essere in un luogo sconosciuto e remoto. Ma il progetto musicale Fernweh è italiano, e “Tríptiko” è un concerto multimediale, realizzato con il video artista Rino Stefano Tagliafierro e lo studio di visual design Karmachina.

Il celebre dipinto ''Trittico del Giardino delle Delizie'' di Hieronymus Bosch è l'ispirazione dei Fernweh. Musica pensata per la performance dal vivo abbinata alla parte visiva nel 2019, ora è incisa in album, e ascoltando queste creazioni elettroniche, vien da pensare che abbiano seguito scrupolosamente l'ordine di lettura del trittico, da sinistra a destra.

Nel pannello a sinistra, vediamo Dio tra Adamo ed Eva, e animali in pace, in armonia. E infatti, le prime tracce dell'album si chiamano “Genesis”, “The Garden of Eden”, “Animal Symmetries”, “Adam and Eve” e “The Ascent”. La prima, scusate il tecnicismo, è una figata à la Battiato nei primi anni '70. La seconda presenta suoni di simil arpa, che seguono progressioni tipicamente rinascimentali, come quella che in tonalità minore arriva alla chiusura armonica in maggiore (questa chiusa la sentite spesso nei madrigali). Nella terza, il synth gioca con l'eco, creando un clima sospeso. Quarta e quinta hanno suoni celestiali, nell'ultima con un organo da cappella.

Il pannello centrale è quello più assurdo, dove Bosch anticipa le fantasie dei surrealisti, con 4 secoli di anticipo: scene orgiastiche, gente che si diverte a fare qualunque cosa gli passi per la testa. Ed ecco arrivare le tracce “The Garden of Earthly Delights” e “Delighted and slowly mesmerized”, chiusa da “Coda”, una traccia separata che è la continuazione della precedente. Qui i bassi si fanno sempre più acidi, mentre i suoni melodici diventano taglienti; nella “Coda” si sente un suono corale che fa subito pensare alla musica di Susumu Hirasawa per il film “Paprika”, “Parade”.

Ma il pannello di destra è l'Inferno, con torture e tormenti indicibili, almeno in fascia protetta. Ed ecco che anche i Fernweh cambiano tono, con “Seven deadly sins” e “Hell + Bosch Theme”, “In ecstatic circularity” e “Circles of Hell”. Suoni sinistri e temi cupi, con arpeggiatori a gogò e angoscia.

Osservate il ''Trittico del Giardino delle Delizie'' di Bosch ascoltando la musica dei Fernweh, e godrete anche voi delle corrispondenze. Chissà com'è stata la performance dal vivo! (Gilberto Ongaro)