ALECO "Gli amori alle stazioni"
(2023 )
Aleco, al secolo Alessandro Carletti Orsini, non è semplice. Anzitutto bisogna mettere da parte preconcetti e aspettative. Il produttore e musicista di Music Force ha uno stile tutto suo che al primo ascolto può quasi irrigidire. Se vi aspettate un cantautore tutto polmoni e luoghi comuni, non state cercando Aleco.
"Gli amori alle stazioni" è un album pop introspettivo, che parla ai lati più nascosti dell'anima di chi lo ascolta. "Gli amori alle stazioni", brano che dà il titolo all'album, è una raccolta di frammenti di vita vissuta, di vita anche cambiata proprio davanti a un treno. "Diavolo" è molto interessante: arrangiamento un po' anni Novanta, ma un ritornello che si appiccica addosso a chi lo ascolta. E a fine canzone ci si ritrova, quasi a sorpresa, a canticchiare il refrain "Sono il tuo diavolo ancora un po'".
Atmosfere anni Novanta anche in "Fantasmi", dove l'autore - l'album è scritto insieme ad Andy Micarelli - sceglie con cura le parole. Le pesa, le valuta e poi le scaglia all'attenzione di un ascoltatore che non può far altro che rimanerne rapito. "L'isola" è una perla. Sonorità da bossanova e un testo ben ancorato a luoghi concreti e di certo meno suggestivi della bossanova stessa. Aleco non si prende troppo sul serio e si vede.
"Bella" ricorda un po' gli stornelli romani. Sarà per questo che quando la si ascolta ci si trova immediatamente catapultati in uno dei vicoli di Trastevere. "Occhi" mostra un altro lato della complessa personalità del cantautore romano di nascita ma chietino d'adozione: un lato più raffinato e quasi avvolgente. "Notte prima degli esami" è un omaggio, velocizzato, ad Antonello Venditti. L'album "Gli amori nelle stazioni" si chiude con "Le comitive". Un vero salto indietro nel tempo, anche con una certa vena di malinconia. Ma, d'altro canto, chi di noi non ricorda con tenerezza i bei tempi delle comitive?
Nella parte finale, il brano ricorda molto "Parole dette male" portata al Festival di Sanremo 2023 da Giorgia. Ma questo aspetto non disturba, anche perché il brano è precedente di due mesi rispetto alla canzone dell'artista romana. (Cristiana Mariani)