DANIELE CORDISCO & RON CARTER "Bitter head"
(2023 )
La presenza di Ron Carter in questo disco non può passare inosservata, non foss'altro perché si tratta di uno fra i contrabbassisti jazz più grandi di tutti i tempi dalla lunga e celebre carriera, appartenente inoltre alla ristretta cerchia dei musicisti che hanno suonato nel gruppo di Miles Davis...
In quel di New York Luca Santaniello, batterista italiano trasferitosi nella Grande Mela, suona ad altissimo livello nella scena jazz cittadina, entra in contatto con lui e gli propone le composizioni originali e gli arrangiamenti di Daniele Cordisco.
Va subito detto che esisteva già prima un "fil rouge" di collegamento fra il nostro valente chitarrista compositore ed il "milieu" jazzistico newyorkese, dove aveva già suonato e collaborato con diversi artisti... ma occorreva il "trait d'union" per poter dire "Les jeux sont faits...".
Sì, perché Cordisco è un artista di notevole spessore nel panorama jazzistico attuale, inserito nel solco di un jazz che rispetta la tradizione e gli standard, ma con la capacità di tradurre in chiave moderna con arrangiamenti ricercati e scorrevoli ciò che è consolidato.
Suonare con Ron Carter non poteva certamente essere una occasione per sperimentare, ed ecco che quindi Cordisco seleziona per la scaletta in progetto diversi standard coerenti con la situazione, anche per esprimere riconoscenza e rispetto verso un suo nume tutelare vivente. L'aggiunta come quarto elemento in formazione del pianista Jeb Patton, agile ed espressivo, non può che essere la classica ciliegina su questa torta musicale.
Il suono ottenuto è definito, ottimamente dosato ed equilibrato nelle timbriche e nelle armonie.... arriva un jazz elegante e scorrevole, reso estremamente ascoltabile dagli arrangiamenti calibrati e mai didascalici di Daniele Cordisco. Si potrebbe pensare che l'anagrafe penalizzi l'anziano Ron...scordatevelo... perché fin dalle prime note del brano che apre il disco, "Canadian Sunset", si capisce di cosa stiamo parlando...
Quando ascolto un chitarrista jazz, personalmente mi sovviene sempre valutare il paragone con il grande Franco Cerri, e devo dire che, nonostante l'attitudine diversa nel suonare più note singole piuttosto che accordi, il nostro musicista emerge con una tecnica molto raffinata e leggera: basti ascoltare le sue evoluzioni, particolarmente nel secondo brano "Tangerine", per rendersene conto.
I brani originali inseriti nel disco confermano una capacità compositiva molto articolata e moderna, capace di stare in perfetto equilibrio fra il passato ed il presente... su tutte la traccia n.7 "Bitter Head", che conferisce il titolo al CD e che arriva ad essere orecchiabile e stilisticamente definita.
Siamo ad alto livello...voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)