recensioni dischi
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JULIA BURDULI  "Eyes"
   (2023 )

“Eyes” è l'esordio di Julia Burduli, cantante originaria di una nobile famiglia georgiana (la Georgia a sud della Russia). È composto da 11 canzoni: 3 inediti e 8 cover, legate alla personalità e alla vita di Julia. La sua voce passa da leggera a lirica in velocità, e con essa interpreta brani come “Time to say goodbye”, nota da noi come “Con te partirò” di Andrea Bocelli, “Je suis malade” di Serge Lama (poi reinterpretata da Dalida, Ornella Vanoni e Lara Fabian), “La canzone di Marinella” di De André, “Canzone” di Don Backy; canzoni dalla forte carica emotiva e teatrale, e le modernizzazioni delle basi elettroniche non scalfiscono questa scelta romantica.

Ma c'è spazio anche per “Voyage voyage” di Desireless, che dal synth pop anni '80 qui atterra in zona dance anni '90. Altro pezzo ottantiamo è “Abràzame” di Julio Iglesias, alleggerito però da un arrangiamento smooth jazz. Si entra nel sentore blues grazie a “Blue Eyes” di Elton John, e invece si entra in chiesa con la preghiera “Supplica alla deìpara”.

E i tre inediti? “Il mare (così è la vita)” vede la partecipazione della fisarmonica, rinforzando l'andamento sentimentale della canzone. Tra versi d'amore per una persona, spicca una riflessione più devota: “Il mare non appartiene a nessuno, un prestito del Signore”. Un arpeggio agitato di pianoforte apre “Dimmi di no”, dedicata al rapporto con la madre: “Perché madre tu sei, e quindi lo sai di esser stata anche tu figlia; e qualche volta ci si consiglia, come due amiche. Dimmi di no, dimmi di no, dimmi che no, che non ti importa solo di me”. “Quédate”, infine, è cantata in spagnolo e contiene elementi iberici e andalusi.

Aspettiamo di vedere gli sviluppi artistici; intanto, Julia Burduli si presenta bene, con una bella voce attenta ai dettami del bel canto, inoltre cantando in cinque lingue diverse, quindi le premesse ci sono. (Gilberto Ongaro)