recensioni dischi
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AUDIENCE  "The house on the hill"
   (1971 )

Gli Audience si formano sul finire degli anni ’60 su iniziativa del fiatista Keith Gemmel, insieme al quale si uniscono il cantante chitarrista Howard Werth, il batterista Tony Connor e il bassista Trevor Williams. Il gruppo si fa presto notare per il suo originale mix di musica folk, rock, blues, jazz, al quale unisce una discreta dose di umorismo e di ironia, cosa assai inconsueta per quegli anni nei quali molti musicisti invece tendevano generalmente a prendersi fin troppo sul serio.

Dopo un periodo di gavetta il quartetto arriva ad incidere nel 1969 il primo album per l’etichetta Charisma semplicemente intitolato ''Audience'', il quale riscuote lusinghieri apprezzamenti dalla critica, negli ambienti degli addetti ai lavori e pure presso il pubblico più attento. Un esordio molto maturo che offre già una panoramica esauriente e ben definita di quelli che sono gli intenti di Howard Werth e compagni. Innanzitutto si nota la rinuncia quasi totale dell’uso della chitarra elettrica, scelta decisamente coraggiosa per quei tempi, l’inserimento dei fiati come elemento principale nell’economia sonora delle composizioni del gruppo, e la scelta di un repertorio decisamente particolare.

Gli Audience si rendono per questi motivi protagonisti di un sound difficile da etichettare, anche se la tendenza generale è quella di inserirli tra i gruppi progressivi. Tra gli ottimi brani di questo primo lavoro spiccano la bellissima ''Poet'', l’elisabettiana ''Leave It Unsaid'', la struggente ''Maidens Cry'' e poi a seguire ''Man On Box'' fino all’intrigante ''Waverley Stage Coach'' e le divertenti ''Too Late I’m Gone'' e ''River Boat Queen''.

Sull’onda del successo di critica, l’anno seguente esce il più complesso e articolato ''Friends, Friends, Friend'', effettivamente vicino a certi canoni progressive e sotto certi aspetti pure sperimentale, nel quale non mancano però episodi più fruibili e pervasi da una spensierata e ironica vivacità. E’ così nel 1971 che gli Audience pubblicano il loro capolavoro, questo ''The House On The Hill'', album prevalentemente acustico, che figura a buon diritto tra i migliori esempi di rock progressivo mai prodotti. Il disco, che si fregia tra l’altro di una bellissima copertina, contiene delle canzoni veramente notevoli tra le quali figurano l’intrigante ''Jackdaw'', la delicata ''I Had A Dream'', una delle più belle ballate di tutti i tempi, la strumentale e classicheggiante ''Raviolè'' e la title track, forse un po’ troppo vicina ad alcune cose dei Jethro Tull ma ugualmente affascinante e caratterizzata dalla bella interpretazione vocale di Howard Werth. L’album viene accolto molto positivamente dalla critica ed ottiene anche una discreta affermazione nelle vendite, portando il gruppo ad avere almeno un minimo di notorietà e successo.

Nel 1972 esce ''Lunch'', il quale segna il ritorno a brani più brevi ed immediati senza però contenere quella freschezza e quella creatività che traspariva dai precedenti album del gruppo, salvo alcuni episodi tra cui spicca la simpatica ed immediata ''Stand By The Door''. Contestualmente all’uscita di ''Lunch'' il membro fondatore degli Audience, Keith Gemmel, inizia a mostrare segni di cedimento a causa dello scarso successo commerciale tributato alle quattro uscite discografiche del gruppo, e abbandona i compagni per unirsi agli Stackridge, una scelta che lo porterà di li a poco a scomparire dalle scene. Questa dipartita lascia i membri superstiti in grave difficoltà, tanto che in breve tempo essi perdono ogni entusiasmo decretando di fatto la fine degli Audience.

L’unico a proseguire è Howard Werth che, nella seconda metà degli anni settanta, incide due album solisti, ''King Brilliant'' e ''Six Of One'', abbastanza piacevoli, specialmente il primo, ma assai lontani da quel libero spirito creativo che aveva animato le ispirate scorribande sonore del gruppo. Per quanto riguarda gli altri membri non vi sono notizie se non quella di una presunta reunion commemorativa avvenuta nel 1996 in occasione del festival di musica progressiva tenutosi nell’isola di Wight, al quale gli Audience, ricostituitesi per l’occasione, avrebbero partecipato. Inoltre sempre negli anni settanta Howard Werth, insieme ai vecchi compagni, scrisse le musiche per il film ''Bronco Bullfrog'', eseguite poi dagli stessi musicisti compositori. In anni più recenti Howard Werth si è esibito in varie occasioni col nome del gruppo cavalcando l’onda nostalgica di quel desiderio di prog diffusosi un po’ dappertutto da qualche anno a questa parte. (Moreno Lenzi)