ELIO E LE STORIE TESE "Italyan rum casusu cikti"
(1992 )
Dopo l'esordio, gli Elii non si fermarono più. Nell'estate del 1990, le discoteche si esaltarono con un incredibile mischione di dance anni '70, salmi, canti ecclesiastici e Modugno: fu 'Born to Be Abramo', che i testimoni di Geova vollero togliere dal mercato per una copertina, a detta loro, offensiva. Ci fu un minialbum in cingalese, una produzione per Claudio Bisio e la scoperta dei Piturafreska. E un eroico passaggio al concerto del primo maggio, quando la "Sabbiature" cantata dal gruppo venne censurata dalla Rai (Elio stava listando, uno per uno, i tangentisti della prima repubblica, e uscì dal palco urlando "come Jim Morrison!"). Il mondo era pronto per l'album della consacrazione, e questo arrivò. Titolo preso da giornale turco-cipriota, due singoli di successo come "Pipppero" e la filosofica "Servi della gleba", questo disco rappresenta forse la miglior fusione di tutti quelli che sarebbero stati gli ingredienti dei loro dischi: musica, prima di tutto, da veri musicisti e non da gruppo comico; collaborazioni con artisti trasversali (qui, tra i tanti, si possono assaggiare Enrico Ruggeri, Riccardo Fogli, Oliver Skardy, Abatantuono) pronti a prendersi in giro per primi; infinità di citazioni, sparse in ogni verso del disco e capacità, soprattutto, di trasformare il cabaret in vere e proprie canzoni. Oltre ai già citati singoli, questo album comprende un altro caposaldo del gruppo, "Supergiovane", dove si fa conoscenza con Mangoni: architetto prestato al cabaret, sarebbe diventato fulcro della band pur non facendone ufficialmente parte. Imprescindibile. (Enrico Faggiano)