ERIKM & HANATSUMIROIR "Echoplasme"
(2023 )
Con Echoplasme, uscito per Bisou Records, eRikm e l’ensemble HANATSUmiroir danno vita a improvvisazioni vitali e sinistre che sembrano disegnare i contorni di presenze fantasmatiche e nebulose, epifanie sbalorditive di ectoplasmi, o meglio dire ecoplasmi, che aleggiano intorno a noi, magistralmente dipinti da musicisti abilissimi.
Quando eRikm ha visto di fronte a sé la possibilità di incontrare materialmente – l’ossimoro è, credo, efficace – fantasmi volendo, di fatto, cercare di tratteggiarli fisicamente e atomisticamente davanti a sé grazie alla musica propria e dell’ensemble HANATSUmiroir, ha potuto guardare, indirizzato dal flautista Ayako Okubo, al concetto giapponese di yōkai, che nella cultura nipponica può essere uno spirito, un oggetto o un animale. Nell’oscuro e nell’ovattato di una stanza che, stando alle parole di eRikm stesso, “swelled with funereal waves under a neon sky”, nasce Echoplasme, e quell’atmosfera mefistofelica si può apprezzare e percepire in ogni singola nota.
Dei quattordici pezzi – frammenti, bozze, acquerelli, sculture postmoderne, installazioni mobili, realtà parallele – che Echoplasme contiene è difficile parlare singolarmente. Voce, flauto, contrabbasso, percussioni ed elettronica affollano e percorrono le idee vulcaniche e oscure di eRikm, compositore francese multiforme e impossibile da etichettare, sorta di eruzioni imprevedibili entro un brodo primordiale, “acts [that] are improvisations, gestures fixed on paper”, per usare ancora le parole di eRikm stesso. Che sia la tensione claustrofobica di “Limbe” o la ritmica avvolgente e seducente di “Yamauba”, che siano i graffi tremendi di “Chemin Sobre” o le sgretolanti lettere sopra un papiro rovinato della conturbante “Massa”, ogni angolo di Echoplasme è un mistero irrisolvibile.
Questo mistero irrisolvibile, ovviamente, non può che rendere il progetto particolarmente esaltante e al tempo stesso angosciante per chiunque si avvicini a esso. Come nei dipinti di due mostri sacri così differenti tra loro, ma citati entrambi da eRikm come punti di riferimento per la genesi del disco, vale a dire Paul Klee e Francis Bacon, i contorni solamente accennati del primo e il caos da prima del Big Bang del secondo sembrano convivere e lottare, come forze contrastanti che non possono che opporsi e farsi guerra ma proprio in questo modo far esistere, come le quattro ριζώματα di Empedocle, divenendo il fulcro di Echoplasme, capaci in ogni singolo istante di crearlo e di disfarlo.
(Samuele Conficoni)