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CRIS TYLER  "Numero 10"
   (2023 )

Dopo undici anni di silenzio dalla demo “Puro piacere personale”, Cris Tyler torna con il nuovo album “Numero 10”, che conferma l'intenzione del titolo precedente. Questo disco è un puro piacere suo personale, di Cris. In sei brani su sette, il rapper milanese si loda. Ribadisce in “Selfmade” che si è fatto da solo, senza “spinte dalle retrovie” da figli di papà: “Non sono il tipo che per fare un po' di schei si vende all'offerente come capita su ebay”. Ricorda anche la sua lealtà: “Piuttosto che l'infame, la fame la faccio a cena”, il tutto su base trap. Poi, se non ve ne siete accorti da soli, in “Comedy” ci ricorda che “Questa vita non è come quella del Mulino Bianco”, e che devi sudarti quello che vuoi, “e voi che vi aspettate i miracoli, volete correre ma senza gli ostacoli”.

Poi, su ritmo afro-trap, “Mai bene” è un lamento verso chi si lamenta sempre: “Continui a parlare ma a me cazzomene, non ti va mai bene”, con la tipica concezione della vita come una giungla, dove gli altri sono tutti avversari: “Tu vuoi la mia rovina, ma sono pieno di power come Romina”. E “In alto mare” contiene una similitudine un po' fuori dalle righe: “E come gli abitanti di Amatrice, rinasco come una fenice”. Cris Tyler vuole “fare brutto”, come dicono i più giovani, ed ecco “Famelico” che lo dipinge come un personaggio pericoloso: “Tu chiama la volante quanto senti Cris che rappa, che qualche cosa di illegale trovi in ogni traccia”. La titletrack infine sancisce la self-confidence di Tyler, attribuendosi il “Numero 10”, la maglia dei campioni di calcio, costruendo il brano su metafore calcistiche.

L'unico pezzo che si sposta da queste tematiche è “Indelebile”, un'accorata dedica allo zio della moglie di Cris, scomparso nel 2020: “Ti ammiravo, volevi il meglio per noi tutti, la luce in mezzo al buio nei momenti brutti”. Nonostante il dolore cantato dall'ospite Kay C (“Non accetto l'epilogo di quel giorno”), Cris ricorda il foscoliano concetto, per il quale “Chi vive nei ricordi degli altri non muore mai”. È vero, sol chi non lascia eredità ed affetti, poca gioia ha dell'urna (cit. segreta).

Penso sia trapelata qua e là, una certa mia distanza di gusti, ma questo è solo un fatto personale, non oggettivo. Questo genere promuove tutti i dettami del capitalismo più sfrenato: l'individualismo, la competizione, il considerare tutti nemici (“Stai attento, tu fottili e non farti fottere”, dice la madre di Nitro in “6itch” di ThaSupreme – ora ThaSup). Ma è anche uno specchio di quello che spesso pensiamo davvero. Ci guardiamo l'ombelico, perché la nostra testa è spinta verso il basso, dalla mano del mostro a tre teste Zuckerberg-Bezos-Ek, più un'altra manciata di nomi, che ci fanno vedere tutto come merce di consumo, pure noi stessi. Se questo genere non vi piace, attivatevi per combattere il capitalismo davvero. Altrimenti, sempre più persone resteranno sole, isolate e a volte pure in povertà, non avendo altro che la propria forza di volontà. (Gilberto Ongaro)