SCIALPI "Estensioni"
(1983 )
Nome, Giovanni, tagliamolo subito: ce lo aveva insegnato la Rettore. Cognome, Scialpi, OK. Mettiamogli un capello lungo, liscio dietro e spazzolato davanti, un bel look da postatomico con jeans strappati, magliette a rete e borchie. Diamogli poi lo sguardo da incazzato, peraltro difficile da attuare con occhi celesti che nemmeno quelli di Nek, e un testo scritto da Franco Migliacci, il signor fattimandaredallamamma. Aggiungiamo una coreografia di braccia mulinate al cielo, e "Rocking rolling" diventa, inesorabilmente, uno dei successi dell'estate. Per l'album del nuovo eroe del pop italiano pregasi attendere: arriverà poi in inverno, preceduto dal fratellino minore di "Rocking rolling", ovvero "Commandos". Stessi argomenti, stesso look, solo capello un po' più corto. L'album, comprendente un mini-cartonato del medesimo Scialpi che si alzava, con sguardo incazzato, all'apertura della copertina, era tutto fuorchè commerciale. Si parlava di psicanalisi (Es-Tensioni, era il titolo esatto), e non per niente si apriva con una canzone chiamata "L'Io e l'Es", di guerre atomiche ("Calma"), varie ed eventuali. Difficile entrare nei diari delle fanciulle con testi del tipo "no. Fermi Oppenheimer, no Albert Einstein, non siete i tre re magi del presepe. La differenza che c'è tra Hiroshima e Betlemme è anche questione di atmosfera". Musicalmente più che valido, più vicino alla disco che non al cantautorale del genere, non c'era però spazio per far sognare la gente, che forse si aspettava qualcosa di meno ostico. Scialpi si sarebbe poi riciclato in varie versioni: chansonnier per "Cigarettes and coffee", ribelle educato per "No east no west", quasi gospel per "Pregherei". Come tanti personaggi degli eighties, la validità a 45 giri non riuscì mai a trasformarsi in album di buona fattura e, quando un singolo azzeccato non bastò più per darsi credibilità, cominciò il naufragio. Anni di oblio, una apparizione in TV dove si lamentò che una sua canzone non trovava chi la volesse incidere (con un testo che diceva "hey tu che ci hai già rotto il #@#(? prima o poi noi ti faremo il mazzo", c'era poco di che sorprendersi, anche in epoche di "Smack my bitch up"). Vive ora di revival, come tanti. Poteva essere il Robbie Williams italico, se solo ne fosse riuscito a mettere insieme più di tre alla volta. (Enrico Faggiano)