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LACERO  "C'era solo da aspettare"
   (2022 )

Sovraccarico di parole ed intensità, disilluso e amareggiato, feroce a tratti nel suo crudo intimismo per voce e chitarra, incalzante negli episodi più sostenuti come nelle ballate storte e sporche, “C’era solo da aspettare” è il secondo album di Lacero, progetto solista di Terenzio Valenti.

Artista appassionato e viscerale, in bilico tra cantautorato spinto à la Edda e suggestioni post-grunge sublimate in un rock smembrato e urgente, pubblica per Orangle Records/Ingrooves dieci brani registrati nel dicembre del 2021, a nemmeno un anno dal debutto di “Orso bipolare”.

Rispetto all’esordio, sia il materiale sia l’interpretazione segnano un nuovo stadio di maturazione ed una maggiore focalizzazione sulla resa dei pezzi. Tra echi di Vasco Brondi (“Ci siamo bruciati”) e del Moltheni di inizio carriera (“Quel che non immagini”, “Uno squarcio in gola”), tracce di Umberto Palazzo (la title-track) e suggestioni Afterhours (“Sorriso contratto”, tesa chiusura veemente), Lacero si mostra a proprio agio in vari territori, ma è negli episodi più lontani dalla strada maestra che raggiunge l’acme dell’efficacia: nel depresso mid-tempo à la Bob Mould di “Ti ho vista partire”, nella frenesia sul filo della scordatura di “Quattro mani”, ma soprattutto nel numero espressionista di “Un tempo indefinito”, aria decadente inghiottita dall’apertura maestosa di un chorus che chorus non è.

Lavoro solido, ricco di spunti, a tratti ben più che intrigante, espressione di un autore al cui percorso non è precluso sviluppo alcuno. (Manuel Maverna)