GEIR SUNDSTOL "The studio intim sessions vol.1"
(2022 )
Prendendo spunto dai dischi ascoltati da giovane, procuratigli da suo padre nei suoi numerosi viaggi di lavoro, Geir Sundstøl ci presenta un nuovo lavoro, “The Studio Intim Sessions vol. 1”, uscito per l'etichetta Hubro, ormai nota a Music Map, per portarci sempre novità sorprendenti dalla Norvegia.
Che ritmi vi aspettate da lassù?
Questo è un disco reggae. Anzi, un disco raga. Sicuramente non è un disco country, eppure c'è la chitarra dobro, con le sue inconfondibili corde tirate. Che succede? Succede che Sundstøl ha unito le sonorità del folk a stelle e strisce, con il sitar indiano, e tutto questo seguendo il ritmo in levare del reggae, che rappresenta il mood principale. I tre elementi convivono insieme in tutte le canzoni. Da “Gem”, a “Dogg” (che a detta di Geir, doveva essere una cover di “Lonely Woman” di Ornette Coleman, e invece ne è uscito un pezzo nuovo), fino alla lunga “C'est vide en ville”, dove una voce femminile canta in francese.
Ormai non ci si sorprende per i confini superati, perché sono almeno 40 anni che con la world music, dalle candide intenzioni degli inizi, fino alla sua commercializzazione più “bianca e colonialista”, si ibridano gli stili, le sonorità e le culture. E' la musica della globalizzazione, nel suo lato più idealista e sognatore. Però in questo caso, si tratta di una scelta puramente personale, una visione generatasi in Sundstøl per la sua peculiare esperienza di ascolti.
E il coro nell'immagine di copertina? Probabilmente è quello che compare nel brano finale, “Whole”, che intona delle “Oooooo”, mentre una voce parlante ripete i mantra: “Compassion, forgiveness, love, respect”. Un disco curioso, molto piacevole, ed inclassificabile. Non si può definire “world music”, perché (per fortuna) manca quella connotazione da musica per pubblicità di profumi... Ma è un raga country reggae norvegese, più chiaro di così! (Gilberto Ongaro)