recensioni dischi
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GUILLAUME LOIZILLON  "Collapsus"
   (2022 )

Il nuovo lavoro di Guillaume Loizillon, uscito per Trace Label, è stato concepito poco prima dell'esplosione della pandemia. Durante quest'ultima, il progetto ha subito alcune modifiche di ispirazione, ma non di stile. “Collapsus” contiene diverse elaborazioni di loop, dai suoni levigati e cristallini, tridimensionali, a volte affiancati da musicisti “analogici”, come il trombettista in “Game over”, il sax nella leggermente ansiogena “Floating point”, o la viola che affianca l'arpeggiatore in “Basse tension”, uno dei brani più entusiasmanti dell'album.

Sicuramente, una delle tracce ispirate dall'inizio di questi assurdi anni Venti, è “Virologie”, dove siamo portati all'ansia, e la tromba ad un certo punto sembra un allarme. Per il resto, siamo di fronte a una serie colorata di arpeggi, impulsi elettronici, suoni nasali ed acidi, e diverse voci recitanti in lingue diverse (giapponese in “Danse sociale”, tedesco in “Cop's song”). L'esito di questi loop è spesso ipnotico. Anche se Loizillon dichiara di non voler essere esclusivamente sperimentale, l'approccio resta quello, come si può apprezzare in “Little bang”, dove i samples vocali subiscono tali e tante deformazioni, che si presta più attenzione a quelle, che a quello che la voce sta dicendo.

Ed infine, posso rispolverare una definizione che non scrivevo da un po': nell'ultimo pezzo, “Finalement”, ecco i... bassi massaggianti! Cioè un'onda grave e costante, che accarezza i timpani delle orecchie con insistenza, ma con morbidezza. Questo album è il risultato di tre anni di scambi di materiale, tra Loizillon e una dozzina di collaboratori, anche non musicisti. Questo perché il progetto è multimediale. Ma come sempre in questi casi di commistione tra le arti, c'è il rischio di non poter comprendere appieno le intenzioni, con il solo ascolto della parte musicale. (Gilberto Ongaro)