KIM MYHR "Sympathetic magic"
(2022 )
In Sympathetic Magic, uscito per Hubro Records, Kim Myhr dà vita a un progetto vibrante e magnetico, che sposa al tempo stesso sperimentazione e tradizione, iscrivendosi in un percorso ambizioso e tortuoso che attraversa più generi e periodi storici, tra avanguardia e citazioni. Il risultato è chiaramente sorprendente.
Figlia di ritmi anomali e avvincenti che si incastonano in sonorità intriganti e a tratti trasparenti, la musica di Kim Myhr è un viaggio avventuroso e malizioso che crea tessuti sonori imprevedibili e affamati. Quando sembri aver capito in quale direzione stia andando la nave ecco che è già arrivato il momento di girare il timone. Di respiro ancor più ampio delle sue opere recenti, Sympathetic Magic si muove su binari scollegati dove il tempo sembra eterno e dove il sole non si stanca di sorgere e di tramontare. Una band di otto musicisti suona una varietà enorme di strumenti, tra cui chitarre a dodici corde, drum machine, sintetizzatori, organi e variegate percussioni e batterie.
Melodie cosmiche accompagnano il viaggio dell’ascoltatore, che dal deserto del reale pare essere catapultato in qualche regno ormai scomparso. Scie dolcissime e vibranti, come quelle tracciate nella splendida “Move the Rolling Sky”, oltre quattordici minuti di sentieri intricati in cui perdersi e incontrarsi, penetrano quasi dentro le tue ossa, illuminandoti e cullandoti. Che si tratti dell’avanguardia un po’ new age à la Makoto Kawabata di “I Wonder If I Shall Fall Right Through the Earth”, anch’essa lunga e complessa ma al tempo stesso rassicurante e luminosa, o della breve “Iridescent”, gioiellino emozionante e conturbante, o ancora della magica e ipnotica “Up to the Sun Shall Go Your Heartache”, con vocalizzi e percussioni cinematici che ti conquistano e rapiscono, ogni episodio di Sympathetic Magicc racconta una storia musicale di valore e dalla qualità evidente.
Ancora una volta, quindi, Kim Myhr non si nasconde. Qualcosa di simile a canzoni – dalla costruzione, impalcatura e dinamica fortemente mutevoli e difficilmente etichettabili – è presentato in una veste originale e in proporzioni sinfoniche, come un atto musicale potentissimo e spontaneo, presentato come nudo a chi a esso si avvicina, curioso e affascinato dalla costruzione dei pezzi e dal loro avvicendarsi l’un l’altro. Quel che è certo è che Sympathetic Magic non lascia niente al caso, e questo è figlio del suo autore, che disperde una miriade di frammenti e d’indizi e noi, novelli Pollicino, proviamo a raccogliere i pezzi e a orientarci nel sentiero.
(Samuele Conficoni)