recensioni dischi
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YANNA MOMINA  "Afar ways"
   (2022 )

Accostandosi all'ascolto di un disco particolare come questo "Afar Ways" (uscito per Glitterbeat Records) della anziana cantante Yanna Momina, autrice di quasi tutti i brani, occorre prima di tutto guardare l'immagine del viso di questa artista e da lì, colto subito il retaggio tribale ed ancestrale del popolo Afar, entrare in una dimensione sonora incentrata sulla sua particolarissima vocalità accompagnata da cori e da leggeri interventi di chitarre acustiche, percussioni e battiti di mani.

I brani si sviluppano principalmente sulla struttura strofa e coro di risposta in loop o di flusso continuo dialettico-melodico.

E' da rimarcare come nella cultura Afar tutto ciò non nasce per uno scopo di spettacolo ma è un naturale momento conviviale e di dialogo sociale. D'altra parte ne possiamo conoscere la cifra artistica connotabile come "world music" grazie al produttore americano Ian Brennan (noto fra l'altro per seguire il gruppo tuareg Tinariwen) che l'ha "scoperta" durante un viaggio in Africa a Gibuti.

Sorprende come la voce incisiva e consistente della Momina non arrivi come da un mondo lontano ma anzi come se fosse da dentro di noi. Azzeccata la presenza di chitarre acustiche molto leggere ed ipnotiche soprattutto nelle tracce n.3 "Honey bee" e 4 "Ahiyole" che, se opportunamente arrangiate, potrebbero risultare due tirati brani punk...(!). Notevole anche il brano che da il titolo al disco "Afar Ways", basato sul fraseggio ripetuto di sole voci a strofa e coro dove l'aspetto tribale risulta più in evidenza.

Dimensione vocale da apprezzare nel suo genere. Voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)