recensioni dischi
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ALFREDO MARASTI  "Ultimo D’Annunzio"
   (2022 )

Gardone Riviera è un paese nel bresciano, noto per essere la sede del Vittoriale, ultima dimora del sommo vate Gabriele D’Annunzio. Essendo meta di migliaia di visitatori ogni anno, evidentemente ha fatto breccia anche nel cuore del cantautore Alfredo Marasti a tal punto da fargli progettare il concept-album “Ultimo D’Annunzio”, rilasciato dall’etichetta sarda La Stanza Nascosta, che fa capo a Salvatore Papotto, il quale ha impreziosito le suggestioni del Nostro, dando il suo apporto in più di un’occasione.

Per alcuni aspetti, un disco anacronistico, non d’immediata comprensione ma sicuramente “didattico”, visto che, dall’ascolto attento delle 9 tracce, si possono trarre utili informazioni aggiuntive sugli spaccati di vita e retroscena inediti del vate abruzzese. Guai a considerarlo un disco di adattamenti di sue poesie in canzoni ma va visto, piuttosto, come un interessante approfondimento illuminante, attraverso 9 stanze del Vittoriale per altrettante tracce sonore, nelle quali si racconta un mood e una vicenda diversa in modalità allegorica, intrisa in misurata ossessione suggestiva.

Tanto per cominciare, l’itinerario musical-letterario apre le porte... “Al visitatore”, per poi farlo accomodare ne “La stanza della musica”, nel quale echeggia un brioso folk-pop, parimenti a la “Sala del Mappamondo”, mentre in “Fiume!” si respira aria di leggero combat-folk, espresso con incipiente linea vocale, a mo' di aedo ironico.

Invece, cornamuse barocche in un misto di narrazione e canto si ergono nella godibile “La stanza della Leda”. Dopo la raffinata e minimale “Il dono”, Alfredo assume sembianze Branduardiane nell’interessante “Da dietro il Velo”. Poi, introduce aspetti cupi nella “Sala delle reliquie”, per concludere la visita guidata con la sfera passionale di un “Notturno”, capace di calamitarci in ambientazione passate con gusto e finezza narrativa.

I nove inediti di “Ultimo D’Annunzio” mirano a stanare un identikit puntiglioso del glorioso Vate, attraverso l’analisi di spaccati, indizi carpiti, nuove suggestioni pervasive di un personaggio che ha fatto discutere non poco i salotti letterari per il dualismo che lo contrapponeva tra genio e sregolatezza, tra sobrietà poetica e lussuria, tra Diavolo e Acquasanta e (comunque) sempre capace di non far mollare mai l’attenzione su di Lui, con vicende talvolta controverse e mai, forse, accertate del tutto (per esempio, la sua amicizia con Mussolini che lo portò ad catalogato come simpatizzante fascista).

Ma si dice che dietro ad un grande uomo ci sia una grande donna: nel suo caso, in verità, più di una. Grazie ad Eleonora Duse, Luisa Baccara e all’amante-governante Aèlis Mazoyer, il Poeta ha potuto fortificarsi nel suo estro trasgressivo, spinto, discutibile, consegnando alla storia un personaggio magnetico. Alberto Marasti ne ha saputo coglierne l’essenza credibile, dandogli ancor più spessore. Insomma: una “faticaccia”, ma sicuramente ne è valsa la pena. Bravissimo! (Max Casali)