recensioni dischi
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ROOMS BY THE SEA  "Rivers and beds"
   (2022 )

E’ indubbio che un quadro possa suscitare fascino e stupore che, in certi casi, arriva a manifestarsi anche sotto forma di Sindrome di Stendhal, quando la folgorazione prende aspetti massicciamente vibratili ed emotivi.

Credo che il collettivo fiorentino dei Rooms by the Sea abbia provato sensazioni simili nell’effigiare un quadro di Edward Hopper sulla copertina del debut-album “Rivers and beds”, che testimonia il sole che batte su un uscio aperto sul mare, in bilico tra luci ed ombre e dualismo tra interno ed esterno.

Trattasi di un album per tanti aspetti sofferto, dolente, irrequieto, intriso di malinconica consapevolezza ma con la brama di scovare sempre un ago di luce in fondo ai numerosi tunnel che circondano il nostro vivere. Passione genuina e spontaneità d’intenti regnano lungo le linee delle 8 tracce previste, tra pop, rock, indie e pizzicate di prog. Quindi, una miscela non deflagratoria per novità ma pur sempre interessante e valida per un ascolto e più.

Benché aleggi un tappeto agro-dolce, la band riesce comunque a scaldare anima ed orecchie con trovate ad ampio respiro e, a tratti, sontuose. La singer fondatrice della band Teresa Rossi (insieme a Lapo Querci) ci avvolge sùbito con la sua delicata ugola nell’introduttiva “Another life”, sfoggiando un canto deciso ed efficace, mentre “Great void” intraprende aspetti più oscuri ma dinamici.

Poi, “Copenaghen” ci dona una bella capacità esecutiva che i ragazzi sapranno mantenere nel resto della tracklist con piacevole disinvoltura, anche quando placano le acque con la coppia “Hollows” e “New lights”. Aria cantautorale soffia in “Cold Stream”, che richiama stilismi arati nei terreni di Alanis Morissette e Cranberries.

Il combo toscano dimostra idee affilate, pronte ad affondare nel panorama musicale del domani (“Tomorrow”), a patto, però, di diversificare un tantinello il flusso sonoro che, talvolta, appare fin troppo lineare. Ma i peccati veniali di un debutto non vanno mai condannati, se si intravedono enormi qualità da sviluppare con saggezza ed esperienza. Comunque, già il fatto di saper scavare nelle viscere delle nostre inquietudini, è un gran bel punto a favore, che determina tanti pollici all’insù. (Max Casali)