recensioni dischi
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MISTERISEPARLI  "Speedbeforedeath"
   (2022 )

Credo che siamo tutti propensi a riconoscere ammirazione per i Buskers, che trovano nella strada il palcoscenico ideale e sempre aperto a tutti per mostrare, al meglio, la vena artistica.

Ma, in generale, un’esperienza on the road forgia non poco le tue capacità, e se poi questa avventura si estende con variabili di improvvisazioni in spiaggia, in studio, giri in longboard e macinate di chilometri in auto, allora t’accorgi all’istante del fascino uditivo che può suscitare un disco come “Speedbeforedeath” del duo abruzzese Misteriseparli.

Infatti, la forza di Pepi ed Andrews nasce proprio dal vigore improvvisativo di creare flussi sonori spontaneamente incatalogabili, per dar vita ad un flow tanto magnetico quanto fruibile e un tantinello orecchiabile, tra funk, house , elettronica, psych e surf. Forse nessuno dei pezzi previsti finirà nelle charts che contano, però lasceranno una gustosa impronta a coloro che vorrano cibarsi di musica poco battuta e inflazionata.

Strisciata di tribal-funk, l’iniziale “Do you wanna get some?” non tarda ad accender la mirror-ball, per far shakerare testa e bacini in gagliardia circolare, mentre “Houstoned” conserva qualche pennata similare ma con l’aggiunta di piccoli rigagnoli d’elettronica sulla scia di “I feel love” (Donna Summer), però il tutto in un’essenza sonora di grande impatto e claustrofobicamente ammaliante.

Dispersi nella jungle più selvaggia, “Bengala” ricama orlature amazzoniche, tra liane sonore che passano tra ramificazioni di lounge e psyco-trip. Invece, con la titletrack, si sterza con disinvolta attitudine alla leggerezza, mantenendo l’assetto variabile del funk a presa rapida. Poi, con protagonismo oscuro, veleggia il verace free-flow di “Fosso grande”, come fossimo teletrasportati nel cosmo notturno più sospensivo, mentre per congedarsi i ragazzi optano per la soluzione oriental-estraniante di “Bang-Ra”, che magari non lascerà il segno, ma in cui almeno il coraggio di osare è fattore palese ed indiscutibile per il mini combo pescarese, che incarna la voglia di esularsi dalla massa in modalità jam-in-progress. Non semplicemente un dettaglio, ma un trademark rimarchevole e stiloso. (Max Casali)