recensioni dischi
   torna all'elenco


FEDERICO SECONDOME'  "Male davvero"
   (2022 )

Come riconosci un artista vero, sincero, che crede davvero in quel che fa? Semplicemente se t’accorgi che i suoi propositi vanno oltre alla speranza di finire sotto i riflettori.

Me ne sono accorto dalla proposta lanciata da Federico Secondomè (alias Federico Sambungaro Baldini) nel debut-album “Male davvero”: 10 brani che, in prima base, occorrono all’artista per somatizzare un trauma amoroso trascinato per troppo tempo, e poi il desiderio di operare degli sconquassi in ogni atto dell’opera per viverlo interamente e senza rimpianti.

Si deduce che Fede sia un sostenitore della motivazione artistica, non c’è dubbio... ed inoltre mette sul piatto creativo tanto di quel cuore dando il “la” a vibranti passioni. Non bastasse, l’impegno sperimentale apportato al disco per conferirgli integrità sonora ha fatto sì che, a conti fatti, l’alacrità progettuale abbia portato dei buoni frutti maturi.

Specifichiamo che il Nostro non è che usa inchiostro solo ora, ma l’ha già donato in precedenza ad artisti come Irama, Gualazzi, Matteo Bocelli e tanti altri, e quindi non è che sia propriamente uno sprovveduto inesperto, sia chiaro!

“Gatti nei fiori (miao)'' spalanca l’uscio dell’album rivelando tosto la sua anima in fermento per incollare i cocci del suddetto trauma, con vigoria narrativa, mentre più sussurrato si sviluppa l’assetto di “Tossica”, orlato di andazzo lineare ma deciso. Dopo l’anonima e pallida “Cimiterx'', Federico si riprende la scena in pieno con l’affabile e piacevole singolo “Cattivi ragazzi piangono''... benchè l’uso eccessivo (in generale) dell’autotune possa potenzialmente risultare, talvolta, un tantinello invadente.

L’altro singolo “Manette” è fluentemente efficace e misuratamente spedito verso il cuore dei buoni sentimenti, cosi come l’auto-celebrativa “27 anni” che non tarderà (scommettete?) ad essere opzionato come terzo apripista: è talmente forte la “vis” empatica che succederà presto... molto presto... sensazione da vecchio scrivano.

Però, sapete, la lingua batte dove il dente duole e Federico di ciò ne è consapevole e non si nasconde affatto nella romantica “Ti prego! Dimenticami”. Tutto bene finora? Direi di sì, tutto “OK”: ballad conclusiva di notevole intensità che tira le somme di un disco sofferto, dolente, nostalgico ma pieno di piglio ispirativo, idoneo per medicare un forte impatto emotivo e riprendere, cosi, il suo viaggio verso la piena lucidità. E’ solo uno dei tanti poteri che riserva la musica sviscerata con l’anima. Inoltre, ci vuole… Fede. (Max Casali)