recensioni dischi
   torna all'elenco


GIORGIO PEGGIANI  "Contro il logorio della musica moderna"
   (2022 )

Scegliere un bel titolo per un disco da pubblicare può essere impresa ardua e richiedere lunghe gestazioni e ripensamenti, dopotutto è in sintesi il "biglietto da visita" che può veicolare immediatamente un messaggio...

Giorgio Peggiani in questo caso direi che ha centrato efficacemente il bersaglio... con la citazione adattata di "contro il logorio della vita moderna", che è uno degli slogan pubblicitari passati alla storia ed entrati nel lessico comune. Negli anni '60 e '70 infatti imperversava sul piccolo schermo l'attore Ernesto Calindri che, seduto comodamente ad un tavolino in mezzo al caotico traffico stradale, sorseggiava con flemma un amaro a base di carciofo...(!). Un'icona...

Ecco... "Contro il logorio della musica moderna" invece ci porta in un ambito musicale caratterizzato dall'armonica diatonica, strumento anch'esso iconico e che il nostro artista, oltre a cantare, suona in maniera eccelsa.

Diciamo subito che il disco è all'altezza delle aspettative e lo si può considerare un atto di grande passione, dove vengono interpretati classici della musica italiana come "Nel blu dipinto di blu" e la notevole versione del "Tango delle capinere", classici Mississippi blues ed anche brani originali scritti dallo stesso Peggiani. La produzione è molto curata e gli arrangiamenti denotano originalità e ricerca timbrica: pur essendo l'armonica protagonista, sono presenti anche altri strumenti come tromba, chitarra elettrica, archi ed un simpatico sinth dalle sonorità vintage che proprio non guasta...

Tutti i brani sono di valore e magistralmente suonati... si entra veramente in una dimensione "altra" rispetto alla musica che ci giunge correntemente e che spesso è legata a mode o generi. La mia attenzione è attirata maggiormente dai brani inediti, dato che i classici sono proposti con ineccepibile maestria e con un pizzico di estro che si rivela in qualche armonia/accordo che non ti aspetti. Il solido groove della traccia 8 "Feel a stroke" mi ricorda certi pezzoni anni '70 dal mood Motown (qui è presente il sinth).

Il brano migliore per me rimane il decimo in scaletta, "Wanna fall in love", classica ballad soul/folk con un fantastico assolo di armonica doppiata dal basso e che in certi momenti mi ricorda la vocalità di Chris Isaak. Notevolissimo anche "Volver volver" (n.5), dal sapore latino/blues cantato mirabilmente da una ottima voce femminile e con un originale ed eccellente accostamento di sonorità ed assoli di armonica e tromba ispanica. Fra i pezzi strumentali ascoltabilissima la rappresentativa "Nueva Vida", traccia n.3, dove il suono dell'armonica si sviluppa, esprime, ammicca e dialoga sostenuto da un tappeto sonoro di piano e percussioni.

Sicuramente Toots Thielemans e James Cotton da lassù approvano... Voto 8. (Roberto Celi)