recensioni dischi
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HUMANOIRA  "Obiettivo salvezza vol.1"
   (2022 )

Un’amicizia nata sui banchi di scuola e mai interrotta nel corso degli anni, è un gran bell’esempio di fedeltà reciproca per Riccardo Vivaldi e Davide Varriale, fondatori degli Humanoira, combo di Livorno, città molto fertile nello scodellare talenti come Virginiana Miller, Motta e, Appaloosa.

Il nuovo e.p. si intitola “Obiettivo salvezza Vol.1” e già si cattura, a primo acchitto, il nocciolo tematico, ossia la condivisione come strumento di sostegno vicendevole nelle difficoltà che ci propina la vita: e, per tenere alta l’attenzione, il duo ha già in cantiere la progettazione del Vol.2.

Il rilievo lodevole che spetta a questa prova è che la band non opera con la tentazione del facile cinismo ma, piuttosto, con un punto di vista autocritico verso vicissitudini avverse e scoraggianti, in una sorta di matura presa di coscienza.

Si presentano col singolo “Ultimo treno”, titolo emblematico che cela (ma non più di tanto) l’invito estremo a salire sulla carrozza, ormai quasi imprendibile, della solidarietà reciproca, e l’humus uditivo è decisamente di quelli grintosi, spronanti, ridestanti, mentre l’altro estratto “Panna” è una ballad sociologica ed empatica, cullata da un certo fervore espressivo.

Un disco che annovera la presenza di turnisti illustri come Maestro Pellegrini (guitar dei The Zen Circus), Rolando Cappanera (batteria della Strana Officina), Matteo Pastorelli (chitarra degli Snaporaz), Giulio Fagiolini (piano) e Asitha Fathi (violino), non fa che potenziarne l’assetto esecutivo di un pop neorealista e avanguardistico. E’ certo che ci vuole “La faccia giusta” per ostentare sicurezza e grandi mezzi, e loro possono farlo a testa alta poiché le loro stesure sono bi-polari, passando prima nella parte istintiva della pancia e dopo in quella del cuore, deputato ad analizzare il tutto con più sentimento analitico.

Un e.p. che non “Passerà” nell’indifferenza, tanto è l’ardore onesto, il piglio stimolante, l’ideologia pienamente condivisibile: un brano che farebbe gola al grande Brunori s.a.s., similarmente alla conclusiva “Filastrocca dell’omino un po' matto”.

Tracciando un bilancio finale, “Obiettivo salvezza Vol.1” non è, come potrebbe sembrare, un disco propriamente solare. Diciamo che gioca nella penombra di un’epoca raccontata, al contempo, con aspetti malinconici ma speranzosi, col forte anelito di ritrovarsi tutti insieme a ridare senso ad un’esistenza armoniosa, scippata via da egoismo e pregnante individualismo. Quanto ci vorrà per capirlo? Auguriamoci poco, sennò saremo imprigionati nel punto di non-ritorno e gli Humanoira saranno ancora fedelmente qui a ricordarcelo col prossimo Volume 2. (Max Casali)