recensioni dischi
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JUSTIN ADAMS & MAURO DURANTE  "Still moving"
   (2022 )

Quando due musicisti si incontrano e decidono non solo di collaborare ma, di più, produrre un disco determinando un connubio artistico forte, vuol dire che è successo qualcosa...

In generale è noto il "colpo di fulmine" o la "magia alchemica" che si verificano in ambito artistico e soprattutto musicale. Non c'è niente da spiegare, occorre solo ascoltare... beh, qui signore e signori, siamo in quel caso.

Da una parte Justin Adams chitarrista (e cantante) poco inglese nella sua attitudine blues/rock marcatamente ritmica e vicina alle sonorità nordafricane (sarà perché è figlio di un diplomatico e ha trascorso l'infanzia in Egitto...?) che da diversi anni collabora nel gruppo di Robert Plant (!). Dall'altra Mauro Durante (violinista, cantante e raffinatissimo tamburellista), figlio d'arte del grande Daniele Durante, padre fondatore della notte della Taranta purtroppo scomparso nel 2021 ed eccelso musicista popolare. Mauro è a tutti gli effetti degnissimo erede e porta nel mondo la cultura della musica popolare essendo leader del pluripremiato Canzoniere Grecanico Salentino.

Nel 2011 i nostri due artisti suonarono insieme ad una Notte della Taranta ed il ritmo della trance li coinvolse indelebilmente, ma è stato solo più tardi, durante la pandemia, complice il rallentamento di tutte le attività live, che hanno espresso questo "Still Moving". Si tratta di 11 brani in cui si accostano ed intrecciano due anime prevalenti: blues e taranta, affiancate da sonorità arabeggianti ed africane, ritmi rock e salentino/mediterranei dando luogo ad una unione che si può definire world music. Il disco e stato registrato in Inghilterra ed in presa diretta integrale senza alcuna sovraincisione (grande urgenza espressiva).

L'impatto all'ascolto è intenso, definito, ipnotico, dato da chitarra, violino e tamburi. Alcuni brani sono cantati in inglese ed altri in dialetto salentino... si nota peraltro la versione in italiano della celebre "Amara terra mia". I due musicisti suonano ed interagiscono senza mai invadere le proprie rispettive dinamiche, alimentando un flusso sonoro altamente emozionale ed evocativo. Sono come due ingranaggi di uno stesso meccanismo che girano incontrandosi e generando movimento.

Il suono aperto della chitarra è sostenuto da ritmi percussivi ipnotici e da interventi di violino mai smaccatamente virtuosistici ma tremendamente in mood... ascoltare il brano 7 "Red Earth" per rendersene conto...

Tutti gli episodi sono coinvolgenti ed espressivi, e fra questi spicca la lenta e melodiosa traccia 9 "Damme La Manu", con un canto antico e moderno al tempo stesso... La successiva ''Volos'', brano strumentale molto iconico, rappresenta a mio parere l'apice musicale del disco. Cito anche la rockeggiante n°8 "Calling Up", dall'atmosfera alla Personal Jesus...(!)

Pregevole disco che si fa ascoltare molto fluentemente senza inquietudine... dal vivo in acustico la sua dimensione migliore. Lievemente schematico nelle parti. Voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)