recensioni dischi
   torna all'elenco


RANDI PONTOPPIDAN & POVL KRISTIAN  "Life in life"
   (2022 )

In Life in Life, uscito per Chant Records, Randi Pontoppidan e Povl Kristian intessono un perfetto connubio di stile, talento e sentimento, mescolando sapientemente il sublime Steinway D di Kristian, la voce stellare di Pontoppidan e l’occasionale suono di campanelli o di loop elettronici, un insieme di luci che trasportano l’ascoltatore in un universo parallelo straniante e immersivo.

Negli otto brani è tangibile la necessità da parte dei suoi due autori di costruire un mondo parallelo a quello in cui viviamo, pur in comunicazione costante con esso, pronto a un continuo e costruttivo dialogo per superarlo e superarsi. Lo dimostrano la spazialità che emerge nella programmatica “Opening”, perfetto biglietto da visita per l’intera opera, la magia introversa e vagamente fatata di “Awareness”, malinconica accettazione di qualcosa che non possiamo non essere o non conoscere, la sperimentazione cageiana della coraggiosa “Juno and Eros”, alienante e soffocante, l’austerità dirompente e levigata della imponente “Crossing the Rubicon”.

Per tutto il lavoro l’intesa tra Pontoppidan e Kristian è evidente e particolarmente fruttuosa. I maggiori pregi di entrambi – in primis il talento cristallino e la non di certo sorprendente versatilità dei due – sembrano addirittura migliorarsi a vicenda, come sfidandosi gagliardamente o semplicemente tendendo metaforicamente la mano gli uni a quelli dell’altro. È da questa sincera e animata fratellanza che ogni nota sembra uscire sia dal cuore che dal cervello dei due, un concentrato di sentimento e di razionalità che rende il progetto infuocato ed entusiasmante.

Dall’inizio alla fine di Life in Life, la musica e gli strumenti – il pianoforte, la voce, gli elementi di contorno che in realtà di contorno non sono affatto – sono al centro di tutto: a loro spetta dare il nome a ciò che creano e che incontrano nel nuovo mondo che inventano. I dialoghi tra la voce spirituale di Pontoppidan, uno strumento da maneggiare con cura, e le distese di note, come fosse un oceano, di Kristian sono qualcosa di raro e prezioso, che va conservato e osservato con cura e con ammirazione. (Samuele Conficoni)