recensioni dischi
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DANIELE FALASCA  "Triade"
   (2022 )

In Triade, il suo decimo album, il fisarmonicista e compositore Daniele Falasca crea un concentrato di modern jazz e di latin jazz caratterizzato da una naturale propensione alla dolcezza melodica e da originali e appassionanti armonie, che dà vita a un lavoro genuino e ammaliante.

Daniele Falasca è un musicista straordinario e coraggioso: quando arriva il momento di mettersi in gioco lo fa con energia e con spregiudicatezza, creando otto performance di altissimo livello tra cui sette composizioni originali e la riproposizione di un classico, “What a Wonderful World”, che Falasca declina in una dimensione estremamente personale ed espressiva. Il talento del compositore, cristallino e multiforme, traspare in ciascuno dei brani presenti su Triade, a cominciare dalla traccia che dà il titolo al progetto, una sinuosa ed elegante avventura jazzata che sconfina in territori astratti e levigati concedendosi anche sperimentazioni e deviazioni verso ambienti imprevedibili e imperscrutabili.

Triade è un album sorprendente: sa emozionare, catturare, colpire nel profondo, con spontaneità e sincerità. Basti pensare alla dolcezza di “Lety”, il brano che apre il disco, graziosa e leggiadra, o al ritmo vibrante di “Family”, dove il trio che accompagna Falasca, formato da Arturo Valiante al pianoforte, da Marcello Manuli al basso e da Glauco Di Sabatino alla batteria, si muove in modo sinuoso e raffinato, ma anche al tango seducente della già citata “Triade”, un tango gioioso che è un inno alla vita e alla bellezza che la musica emana.

All’interno di Triade compaiono alcuni ospiti rilevanti, come Vincenzo Di Sabatino che suona il pianoforte in “Città delle Rose”, levigata e ricercata, e Linda Valori che interpreta “What a Wonderful World” in modo sentito e appassionato, regalando una splendida performance vocale. Inciso live in studio, Triade è un disco pieno di musica eccezionale, dalla straordinaria carica emozionale, dove il talento cristallino di Falasca è in mostra dall’inizio alla fine, come lo è quello dei suoi illustri compagni di viaggio. (Samuele Conficoni)