ROBERTO REINA "Nei panni di chi"
(2022 )
Un commercialista rubato alla musica che, in occasione dei 60 anni, si regala il debutto musicale con gli 8 brani di “Nei panni di chi”, e non è un’evento cosi scontato e semplice da realizzare.
Infatti, il cantautore bolognese Roberto Reina arriva a questo traguardo dopo un lungo percorso di suonate per feste e sagre, affiancato dalla figlia-singer Elena, entrambi orbitanti nell’entourage del San Luca Sound.
Impreziosito dal supporto del maestro Renato Droghetti e della rifinitura globale di Manuel Auteri, l’album assume una pregevole compattezza d’intenti, complice la gagliardia narrativa del Nostro, che non manca di stilizzare tematiche autobiografiche e non, spaziando tra storie d’amore, felici e complicate, e inviti espliciti a non mollare mai la presa sulla vita, osando qualcosa in più per riaffermare la propria fierezza accettando, comunque, la cronologia che offre il nostro quotidiano esistere.
Un’aurea misteriosa avvolge l’inizio della titletrack: preludio ad una traccia calda e passionale, mentre trotterella nella piacevole “Un vetro” che riflette l’indole trasparente di Roberto. Dopo aver descritto la sua visione d’artista in “Dissonante”, trasuda di gioia per celebrare una liaison estiva andata a buon fine nella virtuosa sonorità di “Perché cosi”.
In premessa, si diceva della figlia Elena, bravissima nel duettare nella romantica “Come il vento su di noi”, mentre sente un profondo dovere di incitare le anime a non farsi logorare dal rimpianto per occasioni perdute per assenza di coraggio nell’invocazione di “Accontentarsi un po'” che (sembra un destino!) comprende nel titolo l’imperativo “tenta”. Tralasciando l’inutile rilievo del recensore, il percorso dell’opera prosegue con la carezza pop-rock di “Quando vivi e non lo sai”, che sancisce la validità di ogni esperienza che transita in noi, nel bene e nel male.
Infine, l’emotiva ballad “Che cosa sai di me”, omaggia (caso raro!) la suocera, spesso odiata e bistrattata dai più, ma le splendide eccezioni sanno tracciare un bel solco nel cuore dei generi. Insomma, “Nei panni di chi” è decisamente un buon debutto, con la garanzia che schiettezza ed onestà non mancano.
E’ l’indiscutibile forza scritturale dell’artista felsineo che, a dirla tutta, si era già preparato a questa manciata di inediti, componendo un CD di cover che abbracciava pezzi compresi nel quindicennio ‘75-’90 ma, oggi, ha acceso la prima miccia per lanciare altri razzi cantautorali che sapranno brillare, in futuro, nella splendida costellazione delle sette note, in quanto si è messo... nei panni di chi sa come elegantizzare gli spartiti con quel godibile tocco vintage che fa ben sperare nel ritorno della musica scritta col cuore. (Max Casali)