INNOCENTE "Multipersonalità"
(2022 )
Con una voce affine a metà tra Sangiorgi e Mengoni, e un pop variegato, Innocente ci presenta la sua “Multipersonalità”. L'album, nonostante sia stato concepito durante il lockdown, non ne presenta tracce. Per una volta, qualcuno ha evitato di farsi influenzare dalla situazione contingente, approfittandone anzi per far emergere le proprie identità contrastanti.
Le parole sono curate, c'è l'attenzione al significato che cambia modificando anche una proposizione. “Lo scrittore” inizia così: “Sono un piccolo scrittore, sono piccolo come scrittore, e penso sempre all'errore, e che commetterlo sarebbe un errore (…) Il mio ufficio è il planetario, non ha un soffitto né un orario”. “Il dialogo delle voci” è aperta da un piano Wurlitzer, e su una musica stile Concato, Innocente procede: “Mi agitano i punti fermi, così sommessamente imposti; se tu mi hai chiesto dei tarli, beh, mi rincuora pagarli, e poi gioco a nascondino per restarmi vicino”.
Un pianoforte emozionale e una fisarmonica accompagnano “Ottobre”, carica di buone intenzioni: “Cambierò la prospettiva del tuo sguardo da Monnalisa. Dispenserò le serrature a chi soffre le paure”. Mentre una batteria da drum'n'bass avvia il brano ironico “Eppure son felice”, rivolta ai concorsi truccati e al malcostume: “E intanto il merito muore. Sono troppo felice delle convinzioni, del fordismo sociale”. Un folk malinconico, da carri siciliani, caratterizza “Il quadro e lo specchio”, che immagina sapientemente un dialogo tra un pieno e un vuoto, un quadro che contiene un soggetto, e uno specchio che invece è vuoto e riflette solo chi gli si pone davanti.
Musica delicata ci porta “Sottocoperta”, tenendo “sotto scacco un'ansia addominale, con un principio attivo tutt'altro che naturale”. Ci si addentra con gentilezza nell'insonnia, nell'ansia contemporanea, che fa di noi “un pasto cerebrale”. Con la titletrack si entra nel lato funky del progetto, un bel groove di basso, suoni acidi di synth, percussioni. Le personalità dell'artista dialogano e bisticciano fra loro: “Eccomi sono bellissimo, una casa con gli specchi e tanta personalità. Guardami sono bruttissimo, ho chiuso le finestre ho spento anche la lampada. Oggi quanti siamo, fai l'appello che usciamo – non mi va! Compro un giradischi ma col disco gioco a frisbee”. C'è spazio anche per un riferimento a Jovanotti: “Credimi, penso positivissimo, non solo perché son vivo, ho anche una zattera”. La zattera sembra ricordare sempre Cherubini nel video di “Questa è la mia casa”. Ma subito un'altra personalità contraddice la precedente: “Guardami, sono incazzatissimo, le bombe, le correnti, la Chiesa Cattolica”.
Innocente affronta anche lo spinoso argomento del genere non binario, giocando ancora con le parole, in “Tempo binario”: “Maschile femminile, sterile confine, chi stabilirà la polarità? Il medico, il dottore, con il camice incolore, a chi importerà la sua identità? Binario senza un treno, è un binario più leggero, di chi importerà la puntualità? Rivolgere l'attenzione ad un'altra opinione, capacità analitica”. Il ritornello corre con le trombe, come in “Walking on sunshine”, ma la frase che sintetizza il pensiero è una: “Il cielo non ha senso senza nuvole”. Rallentano i battiti di nuovo, con “Cosa c'è?”, un brano d'amore soffice: “Dai le carte, io scarto tutte le picche, lascio i fiori, un mazzo di cuori”.
Il disco finisce col pop rock di “Claudia”, con un riff incalzante ed orecchiabile e col racconto di una Claudia immaginaria, da creare: “E allora senza conoscerti parlerò di te, per paura di fraintenderti, inventerò le tue opinioni, le pazzie, le espressioni (…) Costruiremo anche i difetti per sentirci più imperfetti”. Queste sono le multipersonalità di Innocente, un cantautore pop che riesce a scrivere bene, cantare bene e con un proprio stile. (Gilberto Ongaro)