recensioni dischi
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SUONNO D'AJERE  "Suspiro"
   (2022 )

Direi che già di fronte al nome di questo trio partenopeo, i Suonno D'Ajere, arrivi gran parte del messaggio musicale che questi artisti intendono proporre. Infatti siamo in presenza di una formazione prettamente acustica con voce, chitarra classica e mandolino/mandoloncello che presenta e reinterpreta dieci canzoni classiche del repertorio napoletano e due brani originali.

Il loro nome è quello dell'omonima canzone di Pino Daniele, e qui si rivela la loro precipua attitudine: attingere alle fonti della tradizione e rielaborarle in modo straordinariamente contemporaneo, ispirandosi in questo passaggio all'opera del compianto e mai dimenticato grande musicista prima citato.

I brani presenti in questo lavoro sono frutto di una attenta ricerca storica effettuata con accuratezza (si percepisce) e quindi accanto ad opere di grandi autori come Salvatore Di Giacomo e Libero Bovio, ne abbiamo altre meno conosciute. Uno dei due brani originali, '' 'A rezza''. vede la presenza di Ferruccio Spinetti, contrabbassista ed autore (lo ricordo in fantastici live in duo con Petra Magoni). All'ascolto emerge subito un grande affiatamento del trio che trasmette fin dalle prime note passione, virtuosismo, espressione e ritmica (provate ad ascoltare i pezzi col metronomo...!).

Una voce, quella di Irene Scarpato, fedele alla tradizione ma mai di maniera, che copre tutte le timbriche espressive aggiungendo a volte un pizzico di blues... Una chitarra classica suonata da Gian Marco Libeccio in modo da percepirne almeno tre, dato il tappeto ritmico armonico e le frasi soliste intercalate con il mandolino e mandoloncello "plettrati" magistralmente da Marcello Smigliante Gentile. Le tre entità si intrecciano, dialogano, si rincorrono fra controtempi, scale armoniche alla settima e napoletane (barocche nate nel '600).

Il repertorio è ricercato e contempla generi fra loro differenti che vanno dalla serenata alla canzone divertente. Il risultato è un mirabile mix fra tradizione e modernità, leggerezza e profondità, con anche piccole sorprese che si rivelano in una nota inaspettata o una svisata jazzly... Due brani su tutti: '' 'A casciaforte'', la n°8, che con il suo incedere allegro racchiude, nell'interpretazione del trio, tutte le caratteristiche fin qui descritte, e la°3 '' 'A bonanema 'e ll'ammore'', che contiene virtuosismi non comuni ed una vocalità iconica... Voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)