FRANCESCO FORNI "Una sceneggiata"
(2022 )
C'è tutta la Napoli "prima e dopo" nel nuovo disco del bravo Francesco Forni, cantautore partenopeo che, pur vivendo da numerosi anni a Roma, si è voltato per entrare nei confini della musica e della poesia più recondite della terra natia. Anticipato dall'uscita del singolo "Gelusia", ''Una sceneggiata'' è una storia d'amore molto particolare, in cui il protagonista si trova ad un bivio, sopravvivere lottando ben oltre il limite delle proprie forze, oppure provare a vivere sfidando altri limiti. Prevarrà questa seconda tesi, ma sarà una scelta che comporterà una serie di conseguenze a catena: prescelte in origine per un lavoro teatrale curato da Pierpaolo Sepe, i brani di "Una sceneggiata" sono l'apertura ad un varco nuovo, il corrispondere di suoni completamente innovativi a reminiscenze preziose, dove convivono tutte le espressioni più tipicamente napoletane, quali la tammorra, i tamburelli, il liuto, le castagnelle e le armonie della chitarra classica.
L'uomo per recitare si mette sul volto una maschera, Francesco Forni ha manifestato vivissimo il desiderio di evidenziare questo lato bivalente: lo scrivere senza filtri, il mettere a nudo la propria faccia, dicendo "io sono questo", regalando le timidezze che sono costitutive della convivenza di Forni con quella città che è sempre stata la sua, dai vicoli ai palazzoni. La Napoli inedita capace di lavorare anche nel periodo più nevralgico della pandemia, in piena zona rossa. Francesco Forni si imbatte nella città segnata,spopolata dal virus, in una visione tale che non ti dà da sentire, né da vedere. La unica visione è la terrazza del Teatro San Ferdinando, dove l'artista si rifugia per elaborare il pensiero e la poesia relativi a questi drammatici momenti.
''Una sceneggiata'', spaccato musicale di magnifica vitalità, è caduta, rinascita, desiderio, disillusione e coscienza, scoperta dopo avere scritto lasciandosi andare, ed in tal modo scoprendo cose che si avevano in fondo all'anima, ma che ancora si dovevano realizzare: i testi ed i personaggi dell'album finiscono con l'essere identificativi con il loro autore. ''Gelusia'' è una delle più intriganti sfumature dei personaggi cantati ed immaginati da Francesco sulla storia che vivono loro, un incontro nato su una scenata di cui soltanto in seguito si ammettono peso e prospettiva, il fondo musicale è quello tipicamente napoletano con chitarra briosa, leggero tocco di tamburello e voce. Il testo è allusivo, "si song innamurato e' te, pierdo o suonno e a fantasia". Ma le carte vengono calate presto, "je so' già innamurato e' te", e la fatidica maschera cade.
Il liuto e la chitarra di comune accordo per "Serenata", una classica ballata melodica, "affacciate ammore, vienite a' piglià sti vase mie, vienite a specchià inde chiste uocchie mie, vienite a tuccà sta notte ca te strenge". Sarà l'unico momento di fortuna, perché sono venuto per prenderti e per portarti via con me, non te lo dimenticare mai, vorrei solo che tutti e due portassimo lo stesso nome. A chiudere l'album composto da tredici tracce, "Prenditi cura di me", altra introspettiva ballata con il solo titolo in italiano, con l'ausilio di pochi strumenti ed una voce che arriva diritta al cuore. E' quella di Dragonbol (anche il nome del protagonista della storia ha una napoletanità, ndr), il tossico da strada che a contatto con la vita ha finito con il perdere buona parte della sua vitalità ma credendo in quella filosofia che permette di credere nel bene e di battersi per quello pure se si è, ahinoi, scelto il male.
''Spacciatore'' è un brano rock dove la bufera si mischia alla fantasia e la risolutezza al desiderio, qui il ritmo è incalzante sino dalle prime battute e il trio chitarra elettrica - batteria - chitarra classica lavora benissimo in un crescendo emozionale. Ma ci è piaciuta particolarmente "Pure si fosse", lo scontro tra verità e menzogna in cui si deve trarre per fare. Molto aggressiva, pulsante, grintosissima. Alla Francesco Forni, per intenderci. (Leo Cotugno)