CORTECCIA "Quadrilogia delle distanze"
(2022 )
Lo sappiamo, no? La corteccia è quel rivestimento di legno atto a ricoprire e proteggere fusto e rami degli alberi. Similarmente, il duo milanese composto da Pietro Puccio e Simone Pirovano chiama il proprio progetto allo stesso modo, quasi a significare l'analogia con le loro canzoni, nelle quali c'è la salvaguardia di significati molto più reconditi.
Al combo piace indagarci dentro per spaccare le vocali, elevare le consonanti per potenziarne il valore, il fascino nascosto e, talvolta, irrilevato. Tra il surreale ed il concreto, descrivono un mondo comune ricorrendo a matrici suggestive, bizzarre, imprevedibili e, indubbiamente, ricercate. Più che volentieri, adottano metafore perché brillano di luce propria, hanno un'anima più reale ed onesta, non ti rigirano la frittata per defilarsi: se ti prendi la briga di analizzarle ci troverai tanta roba illuminante e familiare.
"Quadrilogia delle distanze" è il secondo capitolo (su tre previsti), nei quali ognuno sciorina una tematica tramite e.p. Nel primo, si parlava degli stati d'animo nelle sue varianti, nella terza si parlerà del "ritorno". Ora, dibattono sulle sfumature da cogliere nelle "distanze" che, troppo spesso, diamo per semplici e scontate, accettate con troppa fiducia, ed invece un'analisi più critica e concreta porta a rivelarne, magari, ampiezze inedite.
La solennità di un piano echeggia nel "Il ritorno dei viaggiatori", facendo da sfondo ad un brano indie d'alta classe, mentre l'estraniante robotica di "Vorrei" fa assumere all'insieme dettagli spettrali. Diciamo che "Mai" il duo stagna nelle stesse acque esecutive: per esempio, qui abbracciano un flow minimale ed onirico, con estasi inclusa nel p(r)ezzo. Al traguardo, si evince che la "Distanza" tra il mainstream e la platea che conta, per loro s'accorcerà presto, grazie ad un lavorio ipnotizzante e sorprendente.
Ma quale distanza! Piuttosto, vicinissimi a noi. (Max Casali)