recensioni dischi
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MICO ARGIRO'  "Irriverentə"
   (2022 )

La sana ossessione di stupire, legata allo stravolgimento di classici schemi ideativi, è la molla progettuale che spinge sempre Mico Argiro' a distaccarsi dalla massa. Che poi, ci riesca o meno, non può appurarlo Lui, poiché la "famous last word" tocca, ovviamente, al pubblico.

Però, il suo è un impegno fitto, micidiale, maniacale, per non risparmiarsi nulla e, stavolta, col nuovo album "Irriverentə" (che gioca sul doppio senso dell'ultima vocale) cala la carta dello shock materiale, stampando l'opera su preservativo (!), concentrando così gusto e... sicurezza di non fecondare altri emuli.

Il parterre degli special guests fa venire l'acquolina in bocca, e ciò consente all'artista di offrire 8 brani dal mood variabile, per non cingersi in un ascolto monocorde. Con Luciano Tarullo e Antunzmask striscia con indole soft-reggae in "Home", mentre per "E' morto De Gregori" raduna Frank Bonavena e Gabriele Step per un atto dondolante e bizzarro.

E' palese che le sue sono "Le canzoni divertenti" che fan bene per rompere clichè e tradizione, con l'ausilio di Andrea Tartaglia. Non tutto, però, è ludico, eh? C'è l'insofferenza odiosa per l'epoca odierna in "Che schifo gli anni '20", cosi intrisa di provvisorietà ed isolamento, mentre in "Lucia" e "Di nascosto" le lune gli girano per il verso giusto con pacate ballad filo-nostalgiche che non registrano, tuttavia, trovate particolari: giusto così, ci vogliono anche episodi facilmente captabili ai piu'.

Dopo l'apprezzato singolo "Lambrooklyn", che riascoltiamo con immutato piacere per l'intrinseco impulso viscerale, Pietra Montecorvino bussa alla porta di "Hijab" per donarci un'aspra conclusione pop-folk dal ruggito forbito e passionale. Seppure sia il sogno di ogni artista sensibile provare a ristrutturare la classica forma-canzone, diciamo che Marco non ci è del tutto riuscito, però la miccia l'ha accesa con verve ed istrionismo, ma dovrà continuare ad operare col piglio sfoggiato qui. Irriverente sì, ma eclettico è meglio. (Max Casali)