DRAGONI "Incagli"
(2022 )
La pandemia... odio questo termine, agli speaker della radio in cui lavoro cerco sempre, inutilmente, di far loro usare un termine differente, perché ormai tutto è influenzato da quello che ci è successo negli ultimi due anni e, credo sia il momento di passare oltre. Non nelle attenzioni o nelle misure di prevenzione, ma di cercare di tornare ad una normalità che non sarà però più tale. Ma dobbiamo sforzarci tutti.
Compreso il cantautore Dragoni, che ci offre il suo nuovo lavoro definito, dalla nota stampa allegata, come nato dell'esigenza di lasciarsi alle spalle gli ostacoli, di liberarsi dai pesi... tracciare una linea e ricominciare da capo.
E il lasciarsi alle spalle le cattive emozioni del tempo passato viene facile ascoltando ''Autunno'', la prima traccia di questo ''Incagli'', solo musicale, leggera, cruda e Lo–Fi, ti porta via. Poi arrivano le altre tracce che, fedeli all’idea di Lo-Fi del disc,o presentano un arrangiamento scarno, essenziale, con le chitarre a far da padrone del colore sonoro delle singole tracce.
In “Una cosa qualsiasi” apprezzate il suono delle corde sfiorate con sapienza e lasciatevi andare. E’ un disco, questo, che potrete amare o odiare: amare se vi lascerete cullare dagli arrangiamenti e sorprendere da questi (chi si può immaginare la Jungle di New York? Io no di certo...). Odiare invece (non fate come me però, che appena iniziata ''Antifa'' mi è venuta voglia di buttar via tutto) se non vi piacerà come Dragoni interpreta i suoi testi surreali e il suo modo di cantare.
Può sembrarvi stridulo e stonato, delicato e morbido, sicuramente però non è banale. Arrivate ai sinth di ''Graminacee'' e ascoltatelo più volte. Dovete avere a mio avviso pazienza, per permettere poi al disco di portarvi via. (Marco Camozzi)