LORENZO FELICIATI & DOMINIQUE VANTOMME "Fake"
(2022 )
Sorprese esaltanti dal nu jazz. “Fake”, uscito per Subcontinental Records, presenta 8 brani che ci portano in una precisa situazione ambient/new age, carica di suoni eterei ed improvvisazioni solistiche, alla cui regia troviamo Lorenzo Feliciati al basso, e alle tastiere e all'elettronica il belga Dominique Vantomme.
Ospite di spicco è Cuong Vu, rinomato trombettista (con Pat Metheny, Laurie Anderson, David Bowie), che fa sentire la sua presenza in brani come “Bushideuse” e “Nightly business report”, dove, dopo l'introduzione cyberpunk, siamo introdotti in un'atmosfera affine a quella fantascientifica che Fabio Liberatori rende, nel suo disco ispirato ad Asimov “The Asimov Assembly”. Ma lo specifico connubio tra Feliciati e Vantomme è testimoniato in “Strange Days”, dove restano solo il basso e le tastiere a comunicare, in un clima senza battiti percussivi, e però ugualmente vivace.
“Clear blue sky”, brano che apre l'album, fa accendere subito una lampadina ai fan di Peter Gabriel. Perché, quel preciso contesto sonoro arioso e cupo di cui, accanto alle tastiere, il principale responsabile è Tony Levin al basso, si trova qui in tutta evidenza. Infatti, una veloce occhiata all'intervista riportata nel comunicato stampa da Vantomme, ci informa che il tastierista ha collaborato in passato col leggendario bassista degli Yes. E a quanto pare, Feliciati al basso gli ha voluto regalare la stessa sensazione. Feliciati non ha da invidiare Levin in quanto a collaborazioni, avendo lavorato con gente che ha affiancato Frank Zappa. E qui mostra il proprio stile rodato.
“Sun-day” ospita Eraldo Bernocchi all'elettronica, creando beat minacciosi dai suoni modificati, mentre in “Fake or not” troviamo DJ Skizo alla consolle. Un brano downtempo carico di echi delle corde sfrigolate del basso, dove è facile restare ipnotizzati, come nella migliore trip hop, condita qui però da improvvisazioni pianistiche inquietanti. Esagerando potremmo ricordare Art Of Noise.
La bonus track “Nightride” richiama Cuong Vu, sopra un fondo inquieto, realizzato dal duo senza sosta. Un'esperienza per chi ama le sperimentazioni con quella precisa cifra stilistica, a cavallo tra prog e jazz. O semplicemente per chi apprezza la musica che “fa paura”! (Gilberto Ongaro)