BENEDICTE MAURSETH "Hárr"
(2022 )
Le mie parole sono troppo superficiali e irrilevanti per descrivere questa perla musicale norvegese. Ho ascoltato ''Hárr'' (l'ennesima perla della Hubro Records) almeno cento volte e non lo dico tanto per dire.
La titolare del progetto suona l'hardingfele. Vi avevo già parlato di questo progetto in un'altra recensione norvegese. Tuttavia, è tutto l'ensemble a fare la differenza nel suono.
Abbiamo Mats Eilertsen a contrabbasso e elettronica. Suoi i sublimi sottofondi durante i dialoghi nel brano ''Kollasj''. E infine, Hakone Stene a percussioni e vibrafono. C'è anche il grande Rolf-Erik Nystrom al sassofono.
Il lavoro è un omaggio alla natura selvaggia e alle persone dell'Hardanger, la parte più occidentale della Norvegia, regione da cui la Benedicte e il suo strumento provengono.
Lo stile della Mauraseth è ampio: folk, minimalismo, improvvisazione, concretismo. La traccia numero 2, ''Heilo'', riassume non il suono primario dell'album, ma il concetto che gli sta dietro: l'essere umano come elemento partecipativo della natura circostante. Infatti, i musicisti seguono il canto degli uccelli in una improvvisazione ellittica.
Anche stavolta, la scena norvegese non delude. (Matteo Preabianca)