SANTO E STONE "Cronico"
(2022 )
Una ricerca che va ad analizzare la musica vista come unità di misura dello spazio e del tempo, entrambe entità di dimensione infinita. Perché la musica, affermano Santo e Stone, giovanissimi artisti torinesi al loro album di esordio, ha un un inizio ed una fine che non possono comportare una misura circoscritta: sia nello spazio che nel tempo, queste sono "croniche", oltrepassando ogni limite.
Questo disco nasce come esigenza di trovare e potere dare una risposta precisa alle domande ataviche che si pone da sempre l'uomo, in questo caso assistito dalla musica per potere provare a portare a compimento solo parte della sua missione. Da una parte l'interrogarsi su cosa sia la nostra vita, da dove veniamo, chi siamo veramente. La fisica musicale che viene messa da subito dinanzi ad una totale assenza di contatto, come recita la solenne traccia di ''Outro'', un brano che vibra di sonorità che sono sì ricerca di un io continuamente fermo ma anche autopunizione per ciò che l'uomo ha causato. La sua colpa? Cercare di rendere concreto ciò che è astratto. Lo spazio, il tempo, la vita ed il destino.
Con ''Cronico'', Santo e Stone, ragazzi che si sono scelti per segno del destino, come amano definire il loro cursus musicale insieme, esprimono quel bisogno che l'essere umano, proprio perché fisico, costituito da pelle e ossa, ha di definire. Lo spazio ed il tempo assumono definizioni perché l'uomo abbia una grande illusione, l'umanizzare - e quindi il controllare - in modo da avere una concezione più concreta anche su ciò che è altrimenti misterioso e sfuggente. La musica, secondo Santo e Stone, non può misurare l'esterno, ma solo provare a farlo, e questo tentare e ritentare è appunto la "Cronicità". Il mezzo per osare nel tentativo è l'astrarsi col pensiero e la musica, per entrare in contatto con l'universo e la sua grandezza.
Sono nove le tracce che compongono questo album di esordio dei due ragazzi torinesi, che dopo avere costituito l'ossatura del gruppo Vero X Vero hanno iniziato anche il percorso introspettivo volto alla conoscenza dei rispettivi punti di forza e debolezza. L'emotività traspare dal secondo brano "Farfalle", una ballata ricca di trap e con belle fantasie di chitarre elettriche, uno sfogo da ascoltare nei momenti tristi e bui. Compare il pianoforte acustico ad aprire "Cantico delle creature", altro bel connubio tra le chitarre e la trap che introduce a quel rapporto conflittuale tra l'uomo e la natura, mentre nella bachata "Vita", dal sapore latino e tropicale, le sonorità sono volte decisamente all'urban per dare vita ad un canto molto aperto il cui tema è quello dell'amore, della donna amata vista come musa ispiratrice. Si stacca un attimo per andare a visitare l'importanza dei ricordi che costituisce "Voce dell'essere": il tempo è un fulcro cardine della vita che ha una durata relativa. Uno dei brani migliori del disco, caratterizzato da trap e sound anni '90 in cui chitarre acustiche e batteria acustica danno il massimo.
''Caramelle gommose'', che ha preceduto l'uscita di "Cronico", contiene riferimenti punk e rock che emergono da un tappeto trap. Il tema qui è quello dell'amore a doppio senso, le caramelle possono essere un regalo alla persona del cuore oppure un palliativo al senso di solitudine, un sintomo della mancanza che va curato a piccole dosi di quotidiana dolcezza. "Tramonterà quel giorno in cui ricaverò canzoni stonate da dedicare a te; saranno dolci come caramelle gommose, rideremo a squarciagola come piace a noi".
Il mancato controllo del destino è un fischio che prelude alla partenza di un treno della vita. Quello che si coglie in ''Ciricado'', un pop dalla pura elettronica specchio di una esistenza in cui ogni entità non si conosce, così come non è possibile conoscere il proprio futuro, ed allora si deve rischiare il tutto per tutto, a vincere la sfida quotidiana nel lavoro e nella esistenza di tutti i giorni. Il disco si conclude con "La famiglia", altro prodotto trap con notevole ritmica complessiva, scandita dai suoni distorti dei sample e da quelli leggeri della celesta. Il significato è uno solo, ritrovare ciò che si è perduto apparentemente per sempre, riconquistare la smarrita educazione per riavvicinarsi. Si chiude con ''Intro'', in cui ritorna il suono maestoso ed epico che già aveva presentato ''Outro''. Ecco un disco autentico in cui si esprime in presa diretta tutto ciò che si prova dentro. (Leo Cotugno)