PIA FRAUS "Now you know, it still feels the same"
(2022 )
Premetto che non conoscevo questo gruppo estone e che volevo inizialmente aprire questa recensione così: se volete avere nella vostra libreria musicale un esempio di evoluzione musicale, potete pensare di acquistare questo disco dei Pia Fraus.
Perché le registrazioni del disco mi parevano un po' acerbe e confuse, la nota stampa dice che sono registrazioni dal 1998 al 2000, quando i componenti del gruppo avevano all’incirca 16 anni. Poi preso dal sacro fuoco del critico, visto che colui che critica non è in grado di creare e allora si vendica giudicando gli altri, ho aperto una cosa che si chiama Spotify (orrore!), e mi sono andato ad ascoltare random alcuni vecchi lavori della band. E mi sono studiato un paio di pagine web estoni che ne raccontano l’evoluzione.
Il loro stile, molto simile al pop anni '60, un pop definito Dreampop dalla bio allegatami, può inizialmente sembrare mal registrato, come a me, a tratti addirittura fastidioso, ma poi leggendo ed informandomi, ma soprattutto riascoltando i brani (cercate ''Japanese Heart Software'', tratto da una compilation di loro successi del 2013 ''Silmi Island'') ho iniziato ad apprezzarli: la chitarra distorta e le voci sognanti sono tutt’altro che fastidiosi e inducono all’ascolto e a conoscere la band.
Per farlo potete portarvi a casa questa compilation ma anche ascoltare la loro produzione on line e decidere di conoscere questo gruppo formatosi nel 1998 a Tallin il cui primo singolo ''Blå'' vide la luce nel 1999. Per riferimenti e ispirazioni vedi Stereolab e My Bloody Valentine.
Riassumo in una parola l’acquisto del disco e la conoscenza del gruppo: Sfida! (Marco Camozzi)