recensioni dischi
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BABA SISSOKO  "Griot jazz"
   (2022 )

Registrato nel settembre 2020 a Parigi presso il Jean-Philippe Rykiel Studi e mixato nel 2021 al Kayastudio di Quattromiglia, Cosenza, il progetto Griot Jazz di Baba Sissoko nasce da una collaborazione con altri due artisti maliani, Lansiné Kouyaté e Madou Sidiki Diabat, e con J.P. Rykiel. Si tratta di un’opera matura e ambiziosa pensata in vista della residenza per l'allestimento dell'opera musicale Le Vol du Boli.

La grande libertà mostrata nell'interpretare la musica africana è la caratteristica principale di Griot Jazz, un lavoro nato quasi casualmente e poi sviluppatosi con ambizione, progettualità di ampio respiro e grande trasporto. I quindici brani che compongono Griot Jazz mostrano una libertà compositiva totale e una grinta e un’energia rarissime. Brillantezza di suono unita a una sperimentazione ardita e travolgente caratterizzano episodi come “Abderrahmane” e “Thierno” e le parate di colore che sono “Griot Jazz” e “Griot Groove”. A collaborare con Sissoko, come detto, Kouyaté, Diabat e Rykiel, che compaiono in diversi brani, dando sfogo a tutto il loro talento e mostrando con quale verve riescono ad amalgamarsi con l’approccio estremamente sciolto di Sissoko.

Efficace e massimalista, Griot Jazz fonde jazz, world music e fusion rock, non rinunciando mai a mostrare la propria carica eversiva, liberatoria e avanguardistica, nel caratterizzare la quale la carriera di Sissoko e dei suoi collaborati incidono enormemente. I brani scorrono via rapidi, lasciando però, sin dal primo ascolto, un’impronta profonda e delicata: le tastiere di Rykiel dialogano splendidamente con gli strumenti tradizionali africani che affollano il progetto, come mostrano le ottime e ariose “Fatoumata” e “Angafoli” o la raffinatissima “Dala Manka”. Tutto, nel disco, è costruito con equilibrio e attenzione.

È per tutti questi motivi che Griot Jazz colpisce nel segno, riuscendo a dar vita a una fusione intricata e sapiente dei più diversi generi, approcci e sensazioni, grazie sia alla versatilità e alla progettualità di Baba Sissoko sia al talento cristallino dei musicisti dai quali lo stesso Sissoko ha deciso di farsi aiutare. Pur essendo un lavoro complesso, Griot Jazz non smette mai di sorprendere e catturare l’ascoltatore, anche quello meno abituato a questo tipo di sonorità, e il merito è tutto dei suoi interpreti. (Samuele Conficoni)