IL VUOTO ELETTRICO "Radice"
(2021 )
Allora, riparto da dove li avevamo lasciati, ossia da "Traum", secondo atto di una trilogia cominciata la volta prima con "Virale": ed ora, i bergamaschi Il Vuoto Elettrico, giungono al capolinea di questa maratona di sei anni con "Radice", 10 brani che sferrano attacchi di rock, post-punk e noise senza grandi sconti, poiché il fine del combo è quello di rivolgersi all'essere umano per non fargli mai sbandierare la resa, al cospetto di timori ed angosce che vessano l'anima, perché la paura è un demone col ghigno beffardo che si insinua anche negli attimi tranquilli in casa... altro che focolare domestico!
Qui, se non si vuole capitolare al tappeto, sarà bene rafforzare lotta e vigilanza verso un nemico invisibile ed invadente. Già le graffiate ossessive di "I miei avanzi", "Leggera e reale" e "Kermassenza" scendono sul ring combattivo dell'efferatezza, però non scherzano nemmeno "Il giusto margine" e "Spirale", ed un
po' di tregua la dovete scovare nella titletrack, in "Odio"e in "Gli angeli", benché trattasi, comunque, di lievi sconti uditivi.
Il fatto è che, globalmente, questi non mollano mai la presa. Qualche dubbio? Allora passate per "Anche se non scorre" e fatevi il segno della croce, perché la salvezza transita unicamente con l'intercessione di santi protettori: amen. D'altronde, il Vuoto Elettrico batte sentieri insidiosi, non gli piace vincere facile, non hanno e non faranno mai pace con sé stessi: serve loro per non mollare mai l'attenzione sulla voragine dialogativa e sociale che si è abbattuta sull'uomo atterrito ed apatico.
Un disco impegnativo per loro e per chi lo ascolterà, che bada al sodo mettendo in prima linea solo ciò che conta, grazie anche all'ausilio fondamentale del producer Marco Lega, che li ha direzionati con piglio pertinente verso direzioni impervie ma stimabilmente coraggiose. (Max Casali)