LA CHANCE SU MARTE "Incontri ravvicinati"
(2021 )
Al primo ascolto i La Chance su Marte danno subito mostra nel nuovo album ''Incontri ravvicinati'' di qualità di composizione, arrangiamenti e produzione. Senza entrare troppo in un rigido incasellamento del significato di Indie Pop Rock attuale italiano, la band si cimenta 'giocando' con suoni e sperimentazioni elettroniche, riuscendo ad instradare melodie di facile ascolto verso l'obiettivo comune di raggiungere la Terra attraverso un sound ricco di influenze.
A dispetto del loro nome, coi temi trattati in questo lavoro (uscito ancora una volta per la Alka Record Label), la band è ben ancorata a ciò che tutti noi terrestri abbiamo vissuto da un paio d'anni a questa parte. E loro, come tanti musicisti e tutte le persone pensanti degne di questo termine, hanno visto nella chiusura forzata, l'opportunità di avere un incontro ravvicinato con la propria interiorità, ricavandone il meglio che si potesse fare grazie alla passione per la musica. Una sensazione tutt'altro che marziana, perché oggi le loro parole rispecchiano la nostra quotidianità.
Interessante poi il fil rouge cinematografico che i ragazzi hanno seguito tra le tracce. I titoli lo dimostrano in primis. ''King Kong'' è l'enorme voglia di tornare a uscire ed esplodere di emozioni, ''Capoeira'' è il desiderio di buttarsi senza paura di sbagliare, ''Robin Hood'' una piacevole ballad d'amore in cui i sogni fin troppo custoditi vengono rubati per essere portati alla luce con generosità, ''Frodo e l'agente Smith'' l'invito a mandare tutto all'aria e scomparire in un mondo alternativo, ''Sono contento così'' la percezione di cosa c'è fuori e del piacere delle piccole cose, ''Melevisione'' l'esplosione interiore di voler vivere la vita
vera, ''Ancora una volta'' il tenace tentativo di chi non si pente mai di cercare la propria felicità, ''Baudelaire'' l'intima e amara consapevolezza di cos'è la vita, nel bene e nel male.
Un bel lavoro, che rende merito a questi ragazzi artisticamente intelligenti e curiosi di un mondo... un po' sottosopra. (Alessandro Buono)