SYNNØVE BRØNDBO PLASSEN "Hjemve – Slåttetralling fra Folldal"
(2021 )
Una voce utilizzata come strumento musicale, nel senso più puro del termine. Perché Synnøve Brøndbo Plassen, cantante, musicista folk ed educatrice norvegese, utilizza la propria vocalità in funzione imitativa del fiddle, il violino, ispirandosi probabilmente a quello che suonava il suo bisnonno, Mikael Plassen.
Quest'album, uscito per Heilo Records, è al contempo un'antologia didattica, per studentesse/i che vogliano conoscere tipiche melodie del folklore di un preciso comune nella Norvegia, Folldal, e una personale raccolta di ricordi sonori di Plassen. La cantante ha esplorato le melodie popolari della sua terra d'infanzia, ed è per questo che il disco prende il nome di “Hjemve – Slåttetralling fra Folldal”. Il termine “Hjemve” sta per “nostalgia di casa”. Dunque c'è una duplice funzione, quella divulgativa, che diffonde la conoscenza di queste melodie, e la funzione emotiva, la volontà di trasportare chi ascolta, nelle musiche che hanno accompagnato Synnøve da bambina.
Si tratta di 22 tracce, quasi tutte abbastanza brevi, e per certi versi radicali, poiché contengono esclusivamente la voce di Plassen, senza nessun altro arrangiamento. Nella maggior parte dei casi, probabilmente la cantante intona sillabe prive di significato, non so se seguendo un grammelot espressivo, o semplicemente imitative del violino. L'attenzione così è tutta rivolta alla melodia in sé, senza possibilità di distrazioni. Ascoltiamo così melodie suggestive ed evocative, come “Bom-bom-leiken” o “Ha du sett nokor gåmmåi kjærring”, mentre altre sono più allegre e festose, come “Summe gong” e “Springar etter Melvin Tronsgård”.
Fa eccezione “Va det du, hell va det e?”, che a intuito, un testo ce l'ha, mentre ci sono dei brani d'autore, attribuiti al bisnonno Mikael Plassen, tutti e tre chiamati “Springleik”. Vista la ridondanza di questo termine fra i titoli, il mio spirito etnomusicologico (e la mia insostenibile ignoranza), mi hanno portato a cercare cosa fosse. Si tratta di una danza tradizionale in coppia, diffusa in Svezia e Norvegia. Uomo e donna ballano sulla musica di un solo violino, o al massimo di due, o un violino e una fisarmonica. Dunque, Mikael Plassen ha agito in prima linea nel solco della tradizione norvegese. Tuttora si svolgono esibizioni annuali di springleik, con tanto di gare e giuria (esempio: https://www.youtube.com/watch?v=_2bsmKG9LlI). Anche se trovo più tenero da guardare questo esempio senza competizione, di una coppia in un edificio che sembra una casa di zenzero: https://www.youtube.com/watch?v=6sPg2ASaxyU.
Ricapitolando, qui ascolterete la sola voce di Synnøve Brøndbo Plassen imitare il fiddle tutto il tempo, e ascoltando tutto il disco di fila, ad un certo punto la situazione vi sembrerà surreale. Questa voce sola nel silenzio, a un certo punto si fa espressione pura, senza costruzioni di significato intorno. Unica stranezza sono i 43 secondi finali, la traccia “Heilo”. Cos'è, un verso di delfino? La voce di Plassen che raggiunge sopracuti estremi, come quelli di Mariah Carey, o meglio ancora, di Giuni Russo? Lasciamo intatto il mistero, come lasciamo intatto il fascino di queste melodie rurali, di un piccolo comune nel cuore della Norvegia. (Gilberto Ongaro)